L’Inter 2016 è stata tutt’altro che positiva. L’anno solare è iniziato con Mancini, malissimo, con un lento decadimento dal primo al quarto posto, un girone di ritorno pessimo. Dopo tutte le vicissitudini estive è approdato all’Inter Frank de Boer, che non ha convinto e ha lasciato spazio a Vecchi, che è rimasto sulla panchina nerazzurra durante i casting che hanno poi portato a Milano Stefano Pioli. Ciò che sembra costante durante la ‘regia’ di ogni allenatore è il fatto che ci siano elementi assai deboli in una rosa che a gennaio, fortunatamente, dovrebbe sfoltirsi.
Tre giocatori su tutti che hanno brillato di negatività sono Stevan Jovetic, Geoffrey Kondogbia e Davide Santon.
Geoffrey Kondogbia, mister 38 milioni, peggiora ogni partita. E come disse Frank de Boer, la scusa della giovane età non sussiste più. Il francese ha ormai 23 anni e ancora tutto da dimostrare. Arrivato all’Inter dopo esser stato vicinissimo al Milan, sembrava fosse uno dei predestinati a diventare un centrocampista di spessore mondiale. Ma la previsione non si è avverata: Kondogbia ha sempre meno spazio tra le fila nerazzurre tranne casi eccezionali. Gli sono state date decine di occasioni ma in campo non ha mai brillato. E’ estremamente lento, confuso, macchinoso. La sua manovra non è mai effervescente. Quando tocca la palla è prevedibile e se si azzarda ad andare fuori dalla sua comfort zone perde il controllo. Ma, oltre a questo gap tecnico e alla sua mancanza di velocità, quello che infastidisce di più è il suo atteggiamento. In diverse occasioni il francese è sceso in campo privo di voglia, non rincorrendo l’avversario, camminando in mezzo al campo senza rendersi conto di quanto sia imbarazzante la sua prestazione. Kondogbia non ha più il tempo di crescere. Ha avuto un vasto periodo di tempo per ambientarsi in serie A, ma pare averlo sfruttato molto poco.
Davide Santon, fortemente voluto da Mancini, poteva risultare un ritorno da figliol prodigo all’Inter. Ma, ancora una volta, non è riuscito a sfondare nel momento decisivo. Il terzino qualche buona partita, specie con Frank de Boer, l’ha giocata, ma mai due in fila. E’ scostante e molto lento. Sforna dei cross dalla sua fascia poco entusiasmanti, che spesso attraversano l’area senza essere toccati dai compagni perché troppo imprecisi. E anche in difesa è poco reattivo alle incursioni, specie se in velocità, degli avversari. Questo elenco di problemi e limiti è probabilmente riconducibile alla sua pessima condizioni fisica. Pessima perché quest’estate gli ha fatto saltare ben due trasferimenti, non avendo passato le visite mediche delle squadre che lo volevano in rosa. De Boer l’ha riscoperto, gli ha dato fiducia, ma dopo un paio di prestazioni tutto sommato positive si è spento non riaccendendosi più. Come i due sopra, Santon è con il piede di partenza. Sempre se supererà le visite mediche.
This post was last modified on 31 Dicembre 2016 - 12:24