L’ennesimo crollo della stagione, in un’occasione in cui si poteva fare qualunque cosa tranne crollare. È giunta seriamente l’ora di chiedersi se questo gruppo non sia stato giudicato troppo positivamente lo scorso anno e durante l’estate. Anche se, a proposito di estate, è emersa ancora una volta una cosa. L’inadeguatezza assoluta della preparazione di Mancini.
Preparazione di Mancini sbagliata.
L’unica buona notizia è che l’Inter è uscita dall’Europa e quindi non può andare incontro a nuove batoste. Sperando di tornarci l’anno prossimo più attrezzata e dalla porta principale. La Champions, l’Europa che conta davvero e non quella di serie B. Certo, per farlo servirà un altro miracolo, di tenore opposto a quello appena compiuto chiudendo all’ultimo posto del gruppo K. Perché finora, tra campionato e coppa, l’Inter ha perso la metà delle partite giocate: 9 su 18. Negli ultimi cinque anni per il terzo posto in classifica sono serviti 80, 69, 78, 72 e 64 punti: una media di 73 punti. Ora i nerazzurri sono a quota 18 in 13 gare e nelle restanti 25 giornate di serie A dovrebbero raccogliere 55 punti. Passando da una media di 1,385 a 2,200 punti a partita.
Dato preoccupante è che l’Inter è stata eliminata nella fase a gironi, come non succedeva dalla Champions 2003/2004. Quest’anno è andata anche peggio, rimediando quattro figuracce internazionali. Due volte con i campioni d’Israele, che hanno vinto e segnato (5 gol) soltanto contro i nerazzurri. Maranhao, Nwakaeme e Sahar dopo Miguel Vitor e Buzaglo: basta leggere i nomi dei marcatori per comprendere la gravità dell’umiliazione subita. E una delle cause principali è sicuramente il calo fisico notato in parecchie prestazioni.
This post was last modified on 25 Novembre 2016 - 11:49 11:49