Patrick Vieira è uno di quei pochi giocatori di cui non si può parlar male: leader indiscusso, per anni, di due squadre straordinariamente vincenti come Arsenal e Francia, centrocampista di grande forza e altrettanta qualità, corazziere ma anche prezioso architetto. In Italia lo abbiamo visto alla Juventus prima e all’Inter poi, quando la sua parabola era iniziata a divenire impercettibilmente discendente, ma si è avuto modo ugualmente di ammirare un giocatore di grande leadership e signorilità.
L’arrivo di Mourinho, e l’incedere dell’età, lo delegano a un ruolo purtroppo secondario, ma troverà la sua forza nel saper farsi trovare sempre pronto quando necessario. L’esemplificazione perfetta di ciò? Il 6 gennaio del 2010; il suo passaggio al Manchester City è ormai cosa fatta, ma l’Inter quel giorno è a corto di uomini e lui, con un aereo forse già prenotato, gioca una delle sue migliori gare nella vittoria esterna sul Chievo. Peccato che se ne sia andato senza aver potuto conquistare, mesi dopo, l’unico grande trofeo che gli mancava, la Champions League. Ha lasciato però il ricordo di un ottimo giocatore e di un ancora miglior persona, a dimostrazione che, per diventare campioni, serve innanzitutto la giusta dose di personalità.
This post was last modified on 23 Giugno 2016 - 15:05 15:05