Gary Medel è un punto fermo della rosa di Mancini ed è soprattutto un beniamino del pubblico nerazzurro, che vede in lui passione, grinta, sacrificio e attaccamento alla maglia.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, Gary è l’ultimo di tanti mastini adorati passati negli anni tra le fila interiste.
171 cm, un concentrato di corsa e concentrazione per inseguire palloni ed avversari. Non è sicuramente il regista alla Pirlo dai piedi fatati, ma è il regista dello spirito che devono avere i nerazzurri soprattutto in questa fase di inseguimento al terzo posto.
Il primo fu Carlo Tagnin che arrivò in Corso Vittorio Emanuele già abbondantemente 30enne e che faceva del pressing, della tigna e della corsa, dei comandamenti di vita. Fu lui che nella notte del 27 maggio 1964 fermò nientemeno che Alfredo di Stefano ed aiutò i suoi compagni ad alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie contro il Real Madrid dei sogni.
Per sostituire Marini, Trapattoni volle Adriano Piraccini, combattente e corridore, poi fu la volta di Angelo Orlando e naturalmente di Paul Ince che dal Manchester United Moratti lo portò ad Appiano dal 1995 al 1997.
Insomma una dinastia di leoni di cui il pubblico interista non può fare a meno.
This post was last modified on 10 Marzo 2016 - 09:24 09:24