Roberto Mancini non è alla prima esperienza in nerazzurro. Il Mancio debutta sulla panchina nel 2004/05, fortemente voluto da Moratti e Facchetti per il carisma, la rabbia e la cattiveria che da allenatore riesce a trasmettere ai suoi.
L’introduzione è d’obbligo se si paragona la prima Inter di Mancini a quella attuale, sulla classe si potrebbe discutere su quale sia più forte, sugli attributi no, quella del 2004/05 era la squadra di Mister X, ovvero X come pareggio, in quanto nelle prime 17 gare arrivarono 12 pareggi e solo 5 vittorie, ma molte volte erano pari di rimonta, qualcosa che aveva dell’incredibile.
I più giovani non ricorderanno, ma la storia non mente, Inter-Juventus 2-2 con i nerazzurri sotto di due reti, poi 6 minuti di follia dal 79′ al 85′, gol di Adriano e Vieri, San Siro impazzito.
Inter-Sampdoria, 0-2 al minuto 83′, poi ecco la Pazza Inter, Martins, Vieri e Recoba confezionano qualcosa di epico, rimonta e vittoria.
Era la prima Inter di Mancini.
E ora? Ogni qualvolta l’Inter va sotto non solo non rimonta ma non ha neanche la fame per reagire, quasi fosse piccola piccola e l’avversario immenso, un carattere che anni fa rispondeva ai nomi di Zanetti, Stankovic, Veron, Cambiasso e Vieri.
Già, si pensa anche a Vieri, paragonato oggi a Icardi vincerebbe ogni duello, perché dove non arrivava con la classe arrivava con la rabbia e il carattere, senza sparire davanti ad un Bonucci qualsiasi.
E il centrocampo? A nomi non esiste neanche mettere insieme le due squadre, esiste solo un fattore comune, Roberto Mancini. Quanti elogi per il suo essere “British”, poca flemma e tanta sostanza, ora invece il pianeta Inter chiede a Mancini di dimenticare l’Inghilterra, ritornare il Mancio che litiga con la tribuna dopo il gol di Recoba con la Sampdoria, di ringhiare su tutti e proteggere la sua creatura, ne ha bisogno l’Inter e ne ha bisogno lo stesso allenatore.
This post was last modified on 29 Febbraio 2016 - 11:34 11:34