L’ascesa definitiva di Kovacic sta nella sua collocazione tattica?

Ancora due giorni e poi andrà in scena la quarta apparizione dell’Inter targata Roberto Mancini. La trasferta di Verona sarà un’importante prova da non fallire per i ragazzi del tecnico jesino dopo un torneo che li vede veleggiare in una posizione di classifica assai lontana dagli obiettivi che la società auspica di perseguire a fine stagione.

La risalita dovrà avvenire passando dalla cura dei particolari e cercando di elevare i punti e gli elementi qualitativamente più dotati così da poter esprimere un gioco più fluido e ficcante in fase realizzativa. Una pedina fondamentale per le sorti dei nerazzurri in questa seconda parte di stagione è sicuramente rappresentata da Mateo Kovacic. Il talentino croato è una risorsa importantissima per la rosa dei nerazzurri e l’obiettivo di Roberto Mancini dovrà essere quello di sfruttare al massimo le enormi qualità del ragazzo classe ’94 per permettergli di essere protagonista fino in fondo.

Arrivato a Gennaio 2013 dalla Dinamo Zagabria, Stramaccioni lo schierò subito con continuità tanto da entrare subito nel cuore dei tifosi interisti grazie a prestazioni da veterano in posizione di regista basso. Se la passata stagione passò in archivio per le divergenze tattiche con Walter Mazzarri, quella in corso potrebbe calcare i fasti degli esordi fermo restando che al giocatore sia fornita una chiara e precisa collocazione con conseguenti compiti a partita in corso.

Si perché finora il gioiellino croato ha vissuto la sua terza stagione in nerazzurro come una sorta di jolly tattico da cambiare in base alle caratteristiche dell’avversario, snaturando però le sue reali attitudini finendo così per non sfruttarne a pieno il talento intrinseco nel ragazzo. Kovacic ha più volte detto che il suo ruolo ideale sarebbe quello di mezzala sinistra in un centrocampo a tre, con compiti sia d’interdizione ma anche e soprattutto nella creazione della superiorità numerica, nell’inserimento senza palla e nel suggerimento verticale per gli attaccanti.

Un ruolo che però, ad oggi, il neo tecnico nerazzurro non sembra più di tanto tenere in considerazione visto che nelle prime tre uscite lo ha sempre utilizzato sulla trequarti o addirittura sulla linea degli attaccanti. Già perché, sia nella sfida con il Milan che con l’Udinese, Kovacic ricoprì la posizione di esterno offensivo in un attacco a tre punte con Icardi al centro e Palacio che spazio sul lato destro.

Lunedì sera, così come è capitato contro la Roma quando subentrò a gara in corso, dovrebbe occupare il ruolo di trequartista puro, ovvero quel giocatore capace di fare da perfetto raccordo tra la cerniera di centrocampo e il tandem offensivo ed essere in grado di dare imprevedibilità a tutta la manovra nerazzurra. Solo il tempo ci dirà se l’idea tattica di Mancini sarà fruttuosa per il futuro del giovane oppure provare un’altra soluzione.

Importante sarà non mettergli fretta e cercare di fargli assimilare meglio ogni posizione perché, essendo molto giovane, grandi margini di miglioramento e apprendimento. Ma spesso, ascoltare la voce del diretto interessato potrebbe essere già un passo in avanti per la buona riuscita del prodotto.

 

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