Mazzarri, come previsto, contro la Juve ha riproposto il 3-5-1-1 delle prime due giornate: Cambiasso centrale, con Guarin e Taider da interni. L’Inter nel primo tempo ha atteso la squadra di Conte, restando compatta e con le due linee molto vicine, attenta a non concedere spazi ai centrocampisti bianconeri, specie a Vidal. Guarin aveva davanti l’enfant prodige Pogba, che non sembrava in grande spolvero. Il colombiano, però, non ha approfittato delle condizioni del suo avversario e ha pasticciato troppo in fase di disimpegno, regalando spesso palla ai bianconeri e innescando pericolose ripartenze.
In fase di possesso, il Guaro ha ritardardato le azioni e smistato il pallone verso gli esterni con troppa lentezza. Il confronto con il giovane Taider è sembrato a tratti preoccupante: il 21enne algerino contrastava, rubava palla, si proponeva in avanti, arrivando pure al tiro innescato da Alvarez. Guarin invece non è pervenuto dalle parti di Buffon e le sue iniziative personali sono risultate quasi sempre inconcludenti.
Nel secondo tempo, quando l’Inter si è proposta con più insistenza nell’area bianconera, Guarin si è trovato più a suo agio: è dalla sua parte che i nerazzurri hanno attaccato meglio, ma Jonathan è parso troppo timido e non ha mai sfidato Asamoah, mentre al colombiano è mancato lo spunto per saltare l’avversario e creare superiorità numerica. Dopo il gol di Icardi le cose non sono andate meglio: Guarin si è perso Vidal in mezzo all’area e non è riuscito a contrastarlo prima che infilasse Handanovic.
In generale la prova dell’ex Porto è stata a larghi tratti insufficiente. Da lui, in partite del genere, ci si aspetta molto di più: l’anno scorso allo Juventus Stadium il suo ingresso in campo era risultato decisivo. Sabato, invece, il Guaro è apparso sottotono, forse stanco dopo i tanti chilometri in aereo, sicuramente non brillante come in altre occasioni. Forse ha sofferto l’eccessivo tatticismo della partita, con due squadre schierate a specchio e pochissimi spazi, una tortura per lui che vive di sgroppate in contropiede e conclusioni di potenza. Ma uno con la sua qualità, alla seconda stagione in Serie A, dovrebbe imparare a essere decisivo anche in questo genere di match.
Mazzarri lo considera un top player, lo ha ribadito prima dell’inizio della stagione e nelle prime giornate di campionato. Per lui Guarin è un valore aggiunto, uno che può fare la differenza se si cala alla perfezione nei nuovi schemi. “Il suo unico problema è la concentrazione – ha spiegato WM a Inter Channel dopo il derby d’Italia -. Ci sono momenti nei novanta minuti in cui si spegne la lampadina. Fredy lo sa e sta lavorando su se stesso per cambiare al più presto. Sono convinto che ce la farà e diventerà un giocatore completo e fondamentale per noi”.
Guarin quindi per ora non si discute, ha solo bisogno di tempo per lavorare e risolvere alcuni problemi. Mazzarri lo tiene al centro del progetto e del campo. I margini di crescita della squadra sono molti, il Guaro è l’esempio più lampante. Tuttavia, se col tempo non dovesse migliorare, le alternative non mancherebbero: Alvarez gioca alla grande, Taider è in crescita e Kovacic non vede l’ora di far brillare la sua stella.
This post was last modified on 17 Settembre 2013 - 11:37 11:37