Dunque linea dura a costo di abbassare nettamente la qualità della squadra?
“Assolutamente sì. Ma spero che chi è stato colpito dal codice si ravveda e rientri”.
Magari anche lei ha perso un po’ di motivazioni dopo la finale europea di giugno.
“Per niente. Vestire la maglia della Nazionale è sempre un grande onore. Sono felicissimo di far parte di questo nuovo ciclo”.
Beh, magari sperava di fare un salto da Prandelli. O no?
“C’è tempo. Ci sono tanti bravi portieri davanti. Non solo Buffon e Marchetti. Ma anche Sirigu e Agazzi. Mi godo l’Under, che è già molto”.
Quella dell’Under d’improvviso s’è fatta in salita. La sfida con Cipro è decisiva?
“Diciamo delicata. Sono convinto che possiamo rimetterci in carreggiata. Il girone è lungo e col Belgio abbiamo fatto un gran primo tempo. Abbiamo pagato un po’ d’inesperienza e nel finale forse abbiamo avuto un calo fisico. Ora, però, dobbiamo vincere con Cipro. Coi 3 punti è più facile trovare morale e fare gruppo”.
Epurati a parte, sembra ci sia meno qualità rispetto al biennio scorso. È d’accordo?
“Non credo. Anche con Ferrara e Mangia all’inizio molti avevano poca esperienza”.
Quasi tutti i protagonisti della galoppata fino alla finale hanno conquistato un posto al sole. Il suo l’ha trovato in casa. Sperava in qualcosa di più?
“L’ho detto e lo ripeto. Volevo giocare ed essere a Livorno per un livornese è una sensazione speciale. Sono nato a Livorno sud. In curva dietro di me ci sono tanti amici. È la stessa curva che frequentavo da ragazzino. Sentire l’incitamento di uno stadio come il nostro è una carica che ti permette di superare le difficoltà. L’Inter? L’Inter è il traguardo. Sogno di poterci tornare, un giorno”.
This post was last modified on 9 Settembre 2013 - 10:47