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Chivu: “Paghiamo i tanti cambiamenti, non è facile ripartire da zero. Ciò che ci preoccupa è…”

E’ inevitabile che, nei momenti più difficili, l’Inter si aggrappi ai suoi giocatori più esperti, a quelli che in passato hanno contribuito a scrivere pagine importanti della storia nerazzurra. Per questo, dopo Javier Zanetti, intervistato oggi da Sportmediaset, è Cristian Chivu ad analizzare la crisi che sta attraversando la squadra: “E’ giusto che Moratti sia arrabbiato – spiega il difensore rumeno ai microfoni di Sky Sport 24 – e lo siamo anche noi. Com’è giusto che lo siano i nostri tifosi. Quello che preoccupa adesso è il gioco, che non c’è, e quindi è su questo che si lavora, sia mentalmente che fisicamente.

“Paghiamo tutti i problemi che abbiamo, il fatto di avere una partita ogni tre giorni e l’aver cambiato tanto ad agosto. Sono tanti i motivi, dovremmo discuterne per qualche ora se dovessimo analizzare tutto a fondo. Ora bisogna migliorare nel senso di fare meglio quello che abbiamo fatto fino ad adesso”.

All’ipotesi che siano i cosiddetti ‘senatori’ ad aiutare la squadra in questa ripresa, Chivu replica: “Non trovo giusto si parli di qualcuno di noi come un senatore, non siamo mica in Parlamento, siamo una squadra. Non si tratta di senatori, si tratta dell’Inter e di quello che rappresenta questa squadra e questa Società. Inter prigioniera del passato? No, quest’Inter è prigioniera di tutti i cambiamenti che sono stati fatti. Non è facile ripartire da zero, neanche per coloro che sono qui da tanti anni. Dal primo all’ultimo, dobbiamo dare di più e farlo con più coraggio.

A proposito di Andrea Stramaccioni, Chivu afferma: “La sua principale preoccupazione credo sia il lavoro. Capiranno tutti che lui ha fatto il meglio possibile, ma poi si sa che le responsabilità ricadono innazitutto sull’allenatore, poi sui giocatori e così in avanti. La strada è sempre e solo quella del lavoro, solo così possiamo uscirne. Ripeto, questa squadra sta pagando un po’ tutto, i cambiamenti, gli infortuni, i giocatori che hanno giocato tante partite. C’è un po’ di confusione, ma credo che la cosa principale che manchi attualmente sia il coraggio e nel calcio la fiducia in quello che si fa è la cosa più importante. Quando si vince superi un po’ meglio le giornate faticose perchè hai vinto ed è come se avessi le ali. Quando si perde è più difficile”.

Il terzo posto è ancora possibile, anche se il difensore di Resita ha la sua lettura: “Quello che vedo, quello che sento è che diventa una tragedia ogni volta che l’Inter perde una partita, ma che questo non accade quando anche altre squadre davanti a noi fanno lo stesso. Credo ci voglia coerenza in tutto. Perchè è così? Perchè alcune squadre sono protette e altre no.

Sul compagno di reparto, Juan Jesus e gli errori commessi in partita: “Non si deve dare la colpa a un singolo giocatore se una squadra non va bene. Evidentemente non riceve appoggio dal resto del gruppo, che a volte non è organizzato bene sul campo e quelli che pagano per primi sono sempre il portiere e i difensori. Juan ha sbagliato, è vero, ma poi ha sempre avuto la testa abbastanza forte per riprendersi durante la partita. Capita a tutti, lui è giovane e ha ancora tanta strada davanti a sè.

Si affronta la partita con il Tottenham con un piede e mezzo già fuori? “Uno e mezzo no, uno si. E’ una partita da giocare e noi ce la giocheremo senza avere nulla da perdere. Siamo consapevoli che sarà dura, ma ce la metteremo tutta facendo crescere l’autostima e il coraggio che ci sono mancati. Quello che faremo è remare tutti nella stessa direzione e questo vale per tutti, giocatori, staff, dirigenti e tifosi”.

 

Fonte: inter.it

This post was last modified on 13 Marzo 2013 - 16:39

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redazione