Se qualcuno non ci crede guardi cosa ha titolato la Gazzetta dello Sport all’indomani della sconfitta di Bergamo: “Inter stop, la Juve va”. Come se il campionato fosse già diventato una corsa a due e i punti persi in questo periodo fossero decisivi per il raggiungimento degli obiettivi finali. Non prendiamoci in giro, o meglio non facciamoci prendere in giro dalle logiche mediatiche: il campionato è ancora lungo, lunghissimo, e perdere una partita adesso è meglio che perderla in primavera quando gli equilibri devono essere consolidati. Il rischio, altrimenti, è che la nostra squadra si ritrovi inavvertitamente schiacciata dalle pressioni dell’ambiente esterno: uscirne indenni a quel punto non sarebbe facile.
Ecco perché è importante analizzare la sconfitta di Bergamo con razionalità: è vero che l’Inter in una sola giornata ha perso tre punti di vantaggio su tutte le dirette concorrenti per il podio (Juventus, Napoli, Lazio, Fiorentina) e ha dovuto interrompere una lunga marcia vittoriosa; tuttavia bisogna ricordare che dopo dieci vittorie consecutive il risultato più probabile è una sconfitta, che mancavano due uomini chiave (su tre) nel reparto per noi più delicato, senza contare in generale il numero altissimo di infortunati. Se a questo si aggiungono i grandi meriti di un’ottima Atalanta, che ha avuto un’intera settimana per prepararsi al match, appare chiara la ragione della sconfitta.
L’importante è quindi dimenticare in fretta, chiudersi la porta alle spalle e aprirne un’altra con vista Cagliari. Perché la sconfitta dell’Atleti Azzurri d’Italia non ha minato le certezze della squadra e c’è la volontà da parte di tutti, Stramaccioni in primis, di ripartire, già da domenica. Le gare da qui alla sosta natalizia, infatti, potranno dire molto sul futuro dell’Inter e sulle sue ambizioni. Per il momento, però, le forze devono essere concentrate sull’approdo alla prossima Champions, non su un duello che non ha ancora ragion d’essere a questo punto del campionato.
Ciò non vuol dire che lo scudetto sia un sogno impossibile ma, per ora, lasciamo che a subirne il peso mediatico sia la Juve. L’Inter è una squadra in crescita e quindi non si può dire con certezza quale sia il suo limite. E’ questa la sua forza, che va di pari passo con la sua identità. Non lasciamoci ingannare: l’Inter deve giocare per se stessa, senza il bisogno di vivere una stagione da “antagonista”.
This post was last modified on 16 Novembre 2012 - 16:39 16:39