L’ex attaccante nerazzurro ha parlato della sua esperienza in nerazzurro.
Uno dei giocatori più promettenti della storia nerazzurra si può incarnare in Adriano. L’attaccante brasiliano sembrava destinato a una carriera d’oro con la maglia dell’Inter, ma così non è stato a causa dei suoi problemi extra campo. “L’Imperatore” è stato protagonista di un’intervista rilasciata a Inter TV, dove ha ricordato le sue esperienze in nerazzurro e l’amore per l’Inter.
Ti ricordi il tuo gol al derby con il Milan della stagione 2008/2009 terminato 2-1?
“L’ho fatto di testa. L’ho colpita di mano, ma non ho fatto apposta: ho piegato troppo la testa e la palla ha colpito la mia mano, non ho fatto apposta“.
Cosa voleva dire per te il derby di Milano?
“Per noi calciatori giocare un derby è importante: è la partita più importante per la città. E’ emozionante: io ci arrivavo sempre nervoso, sapevo di dover giocare contro giocatori spettacolari. Segnare è impressionante, un’emozione in più“.
Maicon?
“Mi ha fatto tanti assist, anche in nazionale: ci conosciamo benissimo. Era facile, lui sapeva dove trovarmi e io sapevo dove avrebbe messo la palla“.
Il tuo gol preferito con l’Inter?
“Quello contro il Real Madrid: quella partita è stata importante perché era la mia prima. Nessuno mi conosceva, quel gol è stato il più importante per la mia carriera con l’Inter. Ci allenavamo sulle punizioni io, Seedorf e Materazzi: loro sapevano io calciassi forte. Materazzi voleva battere, però Seedorf mi ha chiamato e ha detto a Marco di lasciar battere me. Non ci credevo. E’ stata una sorpresa: è stata una cosa meravigliosa. Ho fatto vedere chi fossi io veramente“.
Il gol contro il Venezia?
“Meno male che ci ho creduto: era difficile, ma sapevo di poterlo segnare restando lì e credendoci. Grazie a Dio sono riuscito a fare quel gol alla fine, l’Inter aveva bisogno di quella vittoria. E’ andata bene“.
Gli altri mancini?
“Ho imparato tanto con Mihajlovic e Recoba: dopo gli allenamenti ci fermavamo ad allenarci sulle punizioni. Grazie a loro, mi hanno insegnato tantissimo“.
La partita con l’Udinese?
“Meno male che ho giocato, altrimenti avrei preso la multa perché ero in ritardo!“.
I tifosi dell’Inter ti vogliono ancora tanto bene.
“Io li ringrazio, mi hanno fatto diventare l’Imperatore. Ringrazio loro per tutti i momenti con loro: l’Inter è stata la mia seconda casa e lo è ancora. Io ho sbagliato un po’, non ero a posto con la testa: mio padre morì, non ero io. Ho cercato di andare via per quello, non perché non volevo giocare più all’Inter: era una cosa personale, non ero a posto con la testa. Chiedo scusa e dico grazie perché i tifosi mi hanno sempre accolto bene: spero che un giorno io possa tornare a salutare tutti“.
This post was last modified on 20 Maggio 2020 - 21:50