Focus a tutto tondo sul forte attaccante dell’Inter, dall’infanzia ai momenti più duri.
Romelu Lukaku, viene raccontato in un articolo dell’edizione odierna di Sportweek, partendo da storie e testimonianze che costituiscono il passato dell’attaccante belga. Lukaku ha passato la maggior parte della sua infanzia nel quartiere di Wintam ad Anversa. La sua vecchia casa ora è occupata dalla famiglia di Raffaella Conte, quasi un segno premonitore nella vita di Romelu.
L’infanzia dell’attaccante non fu facile, costellata da continui problemi legati a dubbi sull’età che, come racconta il suo primo allenatore Erwin Wosky, lo hanno accompagnato per tutta la gioventù: “Ha sempre giocato da punta o esterno sinistro, Non era tecnico, ma era alto e calciava forte. Tanti gol, ma non passava il pallone: io glielo ricordavo, ma lui se ne dimenticava dopo un paio di azioni. Razzismo? Certi genitori lo accusavano di essere più vecchio e con documenti africani vista la stazza. Un giorno, Romelu mostrò a tutti i documenti di belga nato ad Anversa e poi pianse. Ma oggi è anche peggio”.
Lukaku, nonostante fama e ricchezza, non ha però mai dimenticato le sue origini; i suoi amici d’infanzia, infatti, vengono invitati a tutte le partite e Romelu torna spesso a trovarli. Infine l’ex preside del belga ci tiene a precisare che “Tutto quello che ha ottenuto se l’è meritato. Non era il migliore, ma ha lavorato duro per arrivare al top. È un personaggio che unisce, è rimasto uno di noi”.
This post was last modified on 18 Gennaio 2020 - 16:49