80 giorni di fuoco: ecco come Marotta si è preso l’Inter

13 dicembre 2018: un’Inter che ha appena pareggiato la sua ultima gara dei gironi di Champions League, retrocedendo in Europa League, accoglie il suo nuovo AD sportivo, Beppe Marotta, ex AD della Juventus.

MAROTTA INTER, ECCO GLI 80 GIORNI DI BEPPE

Sono passati meno di 80 giorni da quella firma, e Beppe è già diventato un punto di riferimento quando si parla di Inter. Un inizio scoppiettante, quello di Marotta, ma che un uomo con la sua esperienza ha saputo non solo tollerare, ma anche affrontare, e superare. Nell’immediato, neanche due settimane dopo la firma, il nuovo AD ha dato all’Inter la prima delle sue famose sentenze: così, dopo Bonucci (22 febbraio 2017 ad Oporto, n.d.r.), anche la star del mercato estivo, Nainggolan, si è accomodato in tribuna.

Al Ninja questa tribuna ha fatto benissimo, se osserviamo come da lì sia cambiata la sua stagione, e ancora una volta Beppe Marotta avrebbe avuto ragione nel punire uno dei migliori elementi della sua squadra. Da lì, in pochissimi giorni, una pioggia di scomodi eventi ha scosso l’ambiente nerazzurro: dal rientro posticipato da Icardi (la cui multa sarebbe stata la prima scintilla dell’incendio che è poi scoppiato attorno a questa situazione, come suggerisce il Corriere dello Sport), alla richiesta di cessione avanzata da Perisic, arrivando all’ultima eclatante decisione decapitanizzare lo stesso Maurito.

Tutte situazioni delicate, affrontate con professionalità da Marotta e Ausilio, perché sarebbe scortese non citare anche Piero Ausilio. Dapprima in discussione con l’arrivo del collega, si è invece dimostrato un più che abile “compagno di squadra”, tanto da scacciare le voci di un trasferimento a Roma, come sostituto di Monchi (sirene inglesi per lo spagnolo, n.d.r.), e guadagnarsi un prolungamento di contratto fino al 2021, assieme al neo-collega Marotta. Per l’Inter, insomma, questa è un’accoppiata vincente.

MAROTTA INTER, IL VAR CONTESTATO E IL PIANO DI ZHANG

Anche se brucia ancora, il pareggio arrivato dall’ultima sfida dell’Inter, sul campo della Fiorentina, è stata l’ennesima occasione per Marotta di dimostrare la sua professionalità e la sua dedizione alla causa nerazzura: oltre le impressioni a caldo e i dubbi sull’operato al VAR di Abisso (4 telecamere su 6 fornivano esito negativo al direttore di gara riguardo il sospetto tocco con il braccio di D’Ambrosio, ma ciò non è bastato affinché egli annullasse la sua decisione di assegnare il calcio di rigore), l’AD è tornato sulla questione in un secondo momento, rivolgendosi direttamente a Nicchi e Rizzoli per far sì che certe situazioni non si verifichino più.

Il piano di Zhang, quando cercò Marotta, era chiaro: assumere qualcuno che si intendesse di vittorie, e dargli largo potere affinchè spezzasse l’egemonia bianconera in campionato. Il destino ha voluto che questo qualcuno fosse proprio uno degli artefici del successo bianconero. Il nuovo AD dell’area sportiva dell’Inter ha sempre avuto tre punti chiave della sua filosofia calcistica: solida struttura societaria, rispetto dei ruoli, squadra competitiva.

In società, anche grazie a lui, ormai si viaggia a vele spiegate verso obiettivi comuni; i ruoli sono stati chiariti, tant’è vero che Spalletti, prima, e la squadra, poi, hanno visto cosa vuole e vorrà dire fare troppo i galletti quando a dirigere la barca c’è un certo Beppe Marotta; per il mercato ci sarà tempo a luglio, quando l’Inter sarà finalmente libera dai problemi del FFP dopo anni di mercati condotti (splendidamente) da Ausilio con la formula del “pagherò”. In meno di tre mesi Marotta ha preso le redini della barca interista, e sembra che la stia conducendo assai bene. L’esperienza non gli manca, la dedizione al successo nemmeno, Zhang gli ha dato fiducia e un compito: far tornare grande l’Inter.

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