SpazioInter’s Stories, Thomas Schirò: il velluto al piede

Di calcio. Voglio parlare solo di questo. L’ultima giornata di Serie A, del calcio dei grandi, ha promosso uno degli spettacoli più beceri, odiosi e stupidi dell’anno. Un’escalation che non si vuole fermare, fatta di ignoranza, maleducazione e ancora ignoranza. L’Internazionale Milano è una squadra nata, e si evince anche dal nome, per unire. Non per dividere o classificare una persona in base ai propri tratti somatici. Chi tifa Inter lo sa, chi ulula o intona cori di pessimo gusto è solamente stupido. Ignorante.

L’episodio di ieri sera, che poco c’entra con lo splendido spettacolo offerto dalle due squadre, non è isolato purtroppo. Si dovrebbe agire, al più presto. A cominciare da chi rappresenta le società e, scendendo, tutti noi tifosi veri che ogni settimana si incollano alle radioline, alle applicazioni degli smartphone o va allo stadio. Il calcio non è questo. Il calcio è più bello di questo.

Dopo questa doverosa e personale precisazione, voglio parlare di speranza, di un sinistro magico e di un ragazzino che ha bruciato le tappe. Si chiama Thomas Schirò, di professione fa lo studente ma ogni sabato pomeriggio delizia i campi del campionato primavera con assist, passaggi e giocate mancine. Italiano e di Guadalupe. Thomas Schirò è la sua famiglia, che lo ha sempre seguito e che ha fatto il tifo per la sorella.

UNA FAMIGLIA VINCENTE

Thomas Schirò nasce a Novara, il 25 aprile del 2000. Secondo di due figli: la sorella maggiore, Charlotte è nata nel 1998. Una sorella che, come lui, ama lo sport e che gli trasmette la passione per la palla. Thomas preferisce quella di cuoio, la sorella, dopo l’opposizione dei genitori vira sulla pallavolo; anche lei con ottimi risultati. Ora è in Normandia, in B1, nell’Evreux Volley.

La sala da pranzo della famiglia Schirò è San Siro: il termosifone è la porta sotto la nord, mentre il divano è quella che staziona sotto la curva dei cugini milanisti. Il piccolo Thomas ha classe, qualità ed una voglia pazza di correre e di giocare. I genitori lo reputano ancora gracile e ‘troppo piccolo’: Thomas prende in mano la situazione ed obbliga mamma Sandra a farsi tesserare per il GS Juventus Club Novara. Non fatevi ingannare dal nome: Thomas non abbraccerà mai i colori bianconeri. Lo nota subito lo scout del Novara: a 9 anni già delizia i genitori dei compagni e degli avversari, l’Inter attende i 13 anni e se lo aggiudica. I figli vincenti, dopo mille peripezie ottengono ciò che hanno sempre voluto.

L’INIZIO DIFFICILE E LA COSTANTE ASCESA

Il Novara e la sua realtà famigliare sono tutt’altra cosa rispetto a Milano, l’Inter e Interello. Il club prestigioso dona onori ma pretende, sin dalle giovanili. I problemi ambientali e fisici sono stati il fattore frenante per l’ascesa del talento Italiano e di Guadalupe. Le doti tecniche colpiscono anche l’occhio meno allenato ma l’agonismo, la tenacia sembra averle lasciate in Piemonte.

Dopo gli esperimenti falliti come esterno e trequartista, viene reinventato regista: fu la svolta. Il grande balzo in avanti. Viene promosso in U17 e le sue doti non passano inosservate ai tecnici federali che lo convocano subito in U15 e poi in U16. Il richiamo della Francia è forte, e l’ambizione di Thomas è grande. Il suo modello è un altro calciatore francese: Paul Pogba. Ma le sue doti d’impostazione, il suo piede mancino vellutato ricordano molto le movenze di Adrien Rabiot; tanto per non allontanarci da Parigi.

Il prossimo traguardo è lo scudetto con la Primavera di Madonna. Poi la prima squadra. Perchè Thomas è un vincente. E i vincenti non mollano. Mai.

 

Fonte immagine in evidenza: Screen Youtube

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