Il “borsino dei nuovi”: come stanno rendendo gli acquisti dell’estate?

Il mercato estivo dell’Inter è stato accolto dagli addetti ai lavori con molto entusiasmo, forse anche troppo. Ai 7 nuovi acquisti arrivati tra giugno e agosto, qualcuno aveva forse già sommato la sacra figura di Modric. Inseguito, aspettato, desiderato, ma alla fine rimasto a Madrid, costretto dall’irremovibilità di Perez. Archiviato il sogno di mezza estate, Spalletti si è comunque dichiarato soddisfatto di una rosa molto più lunga e variegata, tanto da spingere più di qualcuno a etichettare l’Inter come “anti-juve”. Appellativo naufragato dopo un brutto inizio di stagione. Forse meglio così, dal momento che i bianconeri sembrano irraggiungibili su più fronti e l’obiettivo reale dell’Inter è una riconferma nel gruppo Champions, magari con più punti e meno affanni.

Ognuno dei nuovi volti ad Appiano Gentile ha affrontato un percorso differente: qualcuno ha avuto la fortuna di poter essere inserito nel nuovo ambiente sin dal primo giorno di ritiro, altri sono arrivati in corso d’opera, in ritardo di condizione, altri hanno trovato infortuni fastidiosi sulla loro strada che ne hanno limitato l’impatto. Dopo 8 giornate però, abbiamo registrato abbastanza materiale su ognuno di loro, in maniera tale da formulare un giudizio sulla loro stagione finora e su quanto possano ancora apportare in prospettiva.

I NUOVI ACQUISTI DELL’INTER: I TOP SONO A PARAMETRO ZERO

Sì, proprio così. Coloro che finora hanno regalato le prestazioni più convincenti sono stati gli arrivi a costo zero, Kwadwo Asamoah e Stevan De Vrij, i cui acquisti erano stati vociferati già prima che finisse la precedente stagione. Se il parametro zero rischia di poter essere sempre un boomerang, sospeso a metà tra la genialata e la fregatura, l’ex laziale e l’ex juventino si stanno finora dimostrando degli azzardi vincenti. Il roccioso olandese, solo un po’ imballato nell’esordio a Reggio Emilia, ha poi regalato prestazioni di qualità e sostanza, non mostrando affatto disagio per essere passato a una linea difensiva a 4, diversa da quella in cui era sempre stato abituato a giocare a Roma. Senso della posizione, fisicità nell’uno contro uno, capacità di tenere la linea alta pur coprendo molto bene la profondità. Difficile trovargli un difetto, anche e soprattutto in fase di impostazione. La sua scuola di formazione quasi gli impone di non gettare mai via il pallone, se non in situazioni di forte rischio. Un beneficio per Spalletti, amante di una manovra pulita sin dalle retrovie.

Il ghanese, che si presentava con qualche interrogativo in più per via di un’età più avanzata e di condizioni fisiche a volte precarie, non si è mai fatto cogliere in fallo, trovare sotto la soglia della sufficienza. La conoscenza del gioco ormai sviluppata in tanti anni sulla fascia si abbina a una buona propensione fisica nell’accompagnare l’azione, ma anche a una buona qualità tecnica nel giocare il pallone e alla necessaria concentrazione per tenere l’uno contro uno contro avversari più freschi e di qualità come Lamela, Chiesa o il Lazzari dell’ultima sfida. Spalletti lo sta alternando a Dalbert, ma nelle sfide più importanti non rinuncia all’esperienza di Asamoah, sin qui impeccabile in ogni sua performance.

I NUOVI ACQUISTI DELL’INTER: SEGNALI INCORAGGIANTI DI UN FUTURO MIGLIORE

Se De Vrij ed Asamoah sembrano già aver raggiunto una soglia di rendimento molto alta, lungo la quale si stanno muovendo dai primi impegni stagionali, Radja Nainggolan e Matteo Politano stanno scalando le marce con più lentezza. Sia il trequartista che l’esterno mancino stanno spesso regalando partite positive, farcite di giocate e di ottimi contributi alla qualità del gioco negli ultimi metri. Entrambi però trasmettono quella sensazione di poter ancora salire diversi gradini prima di vederli al top della forma. Politano sembra poter essere l’arma in più, o almeno, l’arma differente, tra il ricco deposito offensivo in dote a Spalletti. Meno fisico e più tecnico dei suoi compagni/rivali di fascia, più portati ad andare in verticale che non dentro al campo, Politano si muove e muove il pallone attraverso traiettorie alternative, meno scontate. Nonostante la bassa statura, una discreta forza di gambe e degli ottimi mezzi tecnici gli consentono di proteggere molto bene il pallone spalle alla porta, anche raddoppiato. Può aggirare i marcatori o combinare con i terzini e i centrocampisti che si avvicinano al suo raggio d’azione, andare sul fondo o entrare in mezzo al campo per far fruttare il suo mancino. Assist contro Torino e Bologna, goal al Cagliari, ottima partita contro il PSV in Champions, con tanto di birra presa al volo, che non guasta mai. Le premesse per una buona stagione sono incoraggianti, ma un maggior incremento di goal e di pericolosità in zona porta deve essere preteso da Spalletti per aumentarne il contributo fattivo e statistico.

Chi, invece, ha già timbrato il cartellino in partite importanti nonostante prestazioni non sempre all’altezza della fama, è il centrocampista belga, pupillo calcistico del mister da Certaldo. I goal al Bologna e al Psv hanno avuto il loro peso, così come alcuni primi tempi di indubbia positività, vedasi le partite contro Tottenham e Cagliari. Il “Ninja” ha bisogno di una condizione atletica ottimale per tirar fuori tutto il suo potenziale e l’infortunio muscolare che gli ha fatto saltare l’intera preparazione non è stato il più comodo dei biglietti da visita. Eppure, nonostante ciò, la sua predisposizione al pressing in avanti, al recupero veloce della palla e anche una visione di gioco spesso sottovalutata (vedasi l’esterno per Candreva contro il Cagliari), stanno già offrendo all’Inter un polmone importante tra la fase difensiva e quella offensiva. Un anello di congiunzione che a volte pecca di pulizia nelle giocate, ma mai restio a tirare indietro la gamba prima che Spalletti lo faccia accomodare in panchina. La sosta non può che fargli bene, soprattutto perché è uno dei rari giocatori non coinvolti dalle rotazioni di Spalletti. Il suo rendimento non può che migliorare, soprattutto per quanto concerne la continuità nei 90 minuti di gioco. Acquisita quella, verranno a diminuire quelle mancanze di lucidità che lo colgono nel momento in cui anche il suo fiato alza bandiera bianca.

GLI ACQUISTI ESTIVI DELL’INTER: GLI INFORTUNI NON FRENANO LE BUONE IMPRESSIONI

Vrsaljko e Lautaro Martinez non sono stati fortunati. Due fastidiosi infortuni hanno rallentato il loro processo di inserimento negli schemi e nelle soluzioni di Spalletti. Il primo, con una condizione già precaria per via del Mondiale, dopo la partita contro il Torino è stato ai box per lungo tempo. Il suo rientro con la Spal ha evidenziato delle lacune atletiche comprensibili, ma ha anche dipinto un quadro positivo delle risorse che l’ex Genoa e Sassuolo può offrire. Corsa, cross precisi, fisicità e attenzione difensiva. Se è vero che nemmeno lui potrà essere in grado di eguagliare le straordinarie risorse d’attacco offerte da Cancelo, ciò non significa che non potrà dare un ottimo impatto sui due fronti. La sua completezza non potrà che giovare a Spalletti nella costruzione di una difesa ancora più arcigna, impenetrabile, ma anche di qualità e costruzione della manovra.

Lautaro Martinez aveva già folgorato tutti nell’ottimo precampionato disputato. Il debutto a Sassuolo ha riportato tutti su una realtà di più paziente attesa, perpetrata da un problema muscolare accusato prima di Bologna. Il ritorno contro il Cagliari in grande stile, goal all’esordio al Meazza da titolare, ha di nuovo galvanizzato gli interisti, che lo vorrebbero in campo in maniera più continua. Sulle qualità e il carattere di questo ragazzo (nel frattempo è arrivata anche la firma in Nazionale), siamo pronti a scommetterci tutti. Dovrà essere bravo Spalletti a non renderlo una mera alternativa all’amico Icardi, mettendoli così in competizione, ma a sforzarsi nel creare situazioni di proficua convivenza, non solo in casi da punteggio disperato da recuperare.

I NUOVI ACQUISTI DELL’INTER: UNA PICCOLA DELUSIONE, MA CON AMPIA RISERVA

Se finora c’è stato un solo acquisto dell’Inter che non sta rendendo, almeno in parte, secondo le aspettative, è Keita Balde. Arrivato come colpo di coda finale dal Monaco, il senegalese non riesce ancora a sbloccarsi sia sotto il punto di vista realizzativo che dal punto di vista della continuità. Le sue prestazioni hanno finora presentato pochi lampi, sussulti poco vigorosi, dei vorrei ma non posso, almeno per il momento. Oscillante tra posizioni di falso nuove, esterno destro e trequatista, paradossalmente finora non ha avuto occasioni nel ruolo che più gli si addice, quello di esterno sinistro. Abituato ad attaccare la profondità, a sfruttare gli spazi aperti dai compagni e concessi dagli avversari, spesso è stata la mossa con cui Spalletti ha tentato di aprire le serrate difese altrui. A volte ha portato scompiglio, rendendo la sua semplice presenza in area un grattacapo serio, ma mai per reale pericolosità e incidenza delle giocate provate. Spalletti sta dimostrando che le occasioni arriveranno ancora per tutti e siamo certi che le qualità del giovanissimo spavaldo che già faceva impazzire la Serie A con la maglia della Lazio possano tornare utili alla causa. L’importante sarà mantenere il giusto comportamento, non irritandosi o perdendo fiducia per qualche panchina o qualche rimprovero di troppo.

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