Inter, con il Ninja e Lautaro è sempre più multitasking

Il brillante mercato in entrata di Ausilio, la permanenza di giocatori importanti come Icardi e Brozovic e i primi risultati tattici e sportivi della nuova Inter di Spalletti, hanno sicuramente evidenziato una cosa: i “Nerazzurri 2.0” sono una squadra compatta, quadrata e multitasking. Asamoah, Politano, Nainggolan e Lautaro incarnano a pieno l’idea di duttilità: sanno giocare, e molto bene, ovunque l’allenatore decida di metterli; che sia in mezzo al campo o terzino, esterno di destra o trequartista e attaccante o mezz’ala, i nuovi calciatori saranno una freccia in più all’arco dell’allenatore di Certaldo.

NAINGGOLAN O LAUTARO: LA CHIAVE TATTICA

Il pretoriano di Spalletti, il giocatore belga-indonesiano tanto inseguito l’anno scorso è finalmente sbarcato a Milano. Nella stagione migliore alla Roma mise a segno la bellezza di 11 gol, venne promosso al grado di “trequartista-guastatore” conquistando il pubblico dell’Olimpico con forza, tenacia e galoppate coast-to-coast: un numero 10 atipico, privo totalmente di tocchi estetici o giocate eleganti. Sicuramente il suo mentore lo riproporrà in queste vesti: all’Inter dovrà dare quantità e quella qualità tanto richiesta da Spalletti lo scorso anno, prima dell’arrivo di Rafinha. Il modulo 4-2-3-1 ne esalterà le qualità, mettendo in seconda fila un giocatore che sino a qui ha già realizzato 3 gol: Lautaro Martinez. “El Toro” di Bahia Blanca è molto giovane, la carta d’identità dice 1997, ma per fisico e personalità sembra molto più maturo; corsa, senso del gol e possibilità di coprire indistintamente tutti e 4 i ruoli dell’attacco ne fanno un jolly molto importante sia dal primo minuto che a partita in corso. Se il belga gode della stima incondizionata dell’allenatore, il giovane argentino sta scalando le gerarchie a suon di ottime prestazioni e gol. L’abbondanza è un’opportunità ma potrebbe creare anche dissapori, vedremo se Spalletti sarà in grado di gestire questo piccolo rompicapo.

UN MODO ESISTE: LE DUE PUNTE

Proprio così. 4-3-1-2 o 3-4-1-2: sono solo numeri, sul campo vogliono dire tutto e niente. Icardi ha sempre voluto giocare con un numero 10 dietro di lui, un giocatore di raccordo, abile nello smarcarsi e nello smarcare il capitano, senza ricorrere all’inflazionato cross dal fondo di Candreva o Perisic. Ne ha trovati due: Nainggolan e Martinez. Tra le idee di Spalletti ce ne sono due che lo solleticano parecchio: la difesa a tre con Miranda Skriniar e De Vrij e la coppia tutta argentina davanti, Icardi e Lautaro. Questo modulo favorirebbe la verticalità del gioco nerazzurro, in passato troppo spesso lento e compassato, ma soprattutto darebbe molti più schemi offensivi grazie alle fasce totalmente libere da esterni, dove si potrebbero inserire i terzini o le mezz’ali. Nel calderone di Appiano Gentile, in attesa dei reduci di Russia 2018, si sta lavorando a tutte le soluzioni possibili. Nell’era della tecnologia, l’Inter sarà un’interfaccia sempre più malleabile.

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