Cagliari e Atalanta, due facce della stessa medaglia chiamata Inter

Finalmente l’Inter raccoglie quanto semina grazie al 4-0 al Cagliari. Dopo un 1-0 immeritatissimo contro il Torino ed uno 0-0 dove comunque la squadra nerazzurra ha costruito molto (quello di Bergamo con l’Atalanta), oggi è arrivata una vittoria senza possibilità di appello. Ma, in 72 ore, abbiamo visto quasi due squadre diverse con la stessa casacca.

INTER, DALLO 0-0 DI BERGAMO AD OGGI: TUTTA UN’ALTRA STORIA

Continuiamo a capire perché, nell’inno, l’Inter è definita “pazza”. Perché si trasforma nel giro di tre giorni. 72 ore in cui abbiamo visto tutto il brutto prima e il bello poi della squadra nerazzurra. La prestazione di stasera è stata a dir poco sontuosa. L’unico difetto imputabile, almeno fino al 49′, era di essere “solo” sull’1-0 con il Cagliari. Il tutto dopo un primo tempo che, per quanto creato, era da ben più di un gol di scarto. Si è vista una facilità disarmante nel trovare l’occasione e la possibilità di segnare, complice anche una squadra, quella di Lopez, decisamente da rivedere. Molti i lati positivi: un Brozovic ad alto livello, e il suo gol ne è la prova. E non solo per lo splendido destro a giro, ma anche per il lancio millimetrico per il connazionale Perisic che ha aperto l’azione del 3-0. Favore restituito con il poker a tempo scaduto. Tutto molto bello, tutto perfetto, visto che anche la porta è rimasta inviolata.

Ma, a questo punto, viene da chiedere: perché assistiamo a 4-0 del genere e, poco prima o dopo, vediamo tutta un’altra Inter? Certamente l’avversario va rivalutato, perché l’Atalanta, a Bergamo, è avversario ostico. Ma è nell’atteggiamento la differenza: i primi minuti dell’Atleti Azzurri d’Italia sono da incubo, con la Dea che poteva tranquillamente andare sul 2-0 col Papu Gomez e con Barrow. Manovra poco fluida, errori in disimpegno e in ripartenza. La squadra, ancora una volta, si conferma incostante, ma per fortuna è ancora in piena corsa per la zona Champions. Nella speranza, nelle prossime 5 partite, di vedere una squadra più simile a quella esplosiva di oggi.

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