Inter, uniti si soffre, uniti si vince

4 partite 12 punti 10 gol fatti 1 subito, Icardi a quota 5, Perisc 3 gol e 3 assist: presentazione ufficiale Inter di Spalletti 2017/2018.

L’INTER VINCE E SPALLETTI VOLA, MA E’ TUTTO ORO? 

Alla nuova Inter Spalletti ha portato entusiasmo, attaccamento alla maglia, voglia di sacrificarsi e, al momento, punti, tanti punti.
Ma ciò su cui più insiste il tecnico e che più emerge dalle prime quattro giornate di campionato è il collettivo. Quello è e quello deve essere, nel bene e nel male.

Si parte con il botto, Fiorentina alla prima, una squadra svenduta, rifondata, confusa, con l’ex Pioli alla guida, l’Inter in maniera più che egregia: gioco, collettivo unito e Killer Icardi. 3 punti e tanti sorrisi.

Si va a Roma, si soffre, i nerazzurri non si disuniscono, anzi, compatti, cinici e determinati (e anche un po’ fortunati…), il gioco rallenta, a tratti latita, ma è Spalletti show, Icardi-gol: 3 punti e tanti saluti alla Capitale.

Si torna alla Scala del Calcio, da Ferrara arriva una Spal volenterosa, il gioco di squadra è ridotto ad un lumicino, i singoli faticano, ma nessuna smorfia, non molla nessuna e tutti insieme (a parte un eurogol di Ivan Il Terribile Perisic) portano altri 3 punti in cascina.

C’è il serio rischio di una flessione, di un calo di concentrazione oltre che di gioco: si va a Crotone.
C’erano una volta uno sloveno (che non sorride mai e con la voglia di Champions), un sopravvalutato Slovacco e un croato che non ne poteva più dell’Inter e voleva solo la Premier
Sembra l’inizio di una favola, o di una barzelletta (fate voi…), invece è la continuazione della storia, è la zampata dei leoni, è il grido di battaglia (e di vittoria), di una Squadra con la S maiuscola.
Handanovic vola, para e salva la sua squadra che tanto stretta non gli sta più, Skriniar sale in cattedra, spiega il perché del costo del suo cartellino, chiude ogni pertugio e segna il gol che sblocca una gara difficilissima, Perisic, Ivan il Terribile, sonnecchia, poi colpisce come solo lui sa fare, racconta a Mourinho perché non è andato e manda al diavolo chi scriveva fesserie sul suo conto.
Gara tosta, un Crotone attento, pronto a far male in contropiede, i singoli nerazzurri mancano e si sente, ma la Squadra tiene la barra, non affonda, nessuno si distrae e lancia segni di insofferenza. C’è una maglia da onorare, un tecnico da rispettare, una tifoseria (vero Curva Nord!?!) da far sognare. E alla fine arrivano altri 3 punti.

Tutto Facile? No, preoccupa il gioco sempre più macchinoso, partita dopo partita, preoccupano le prestazioni di quasi tutti i singoli, fanno rabbrividire i troppi tiri pericolosi subiti dalla Beneamata, ma c’è il collettivo, c’è una Squadra, c’è la voglia di lottare e finalmente c’è un comandante antipatico, leale, duro, Trascinatore.

Sì Lucianino, ci sei tu. La tua smorfia di oggi verso la tribuna vale più di un gol, più di 3 punti, più di una partita: vale una maglia, vale l’orgoglio, vale un sogno!…

 

 

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