Cura Spalletti, pali, rimpalli e tre gol, poteva andar peggio

Era il 19 ottobre 2008, l’Inter staccava la concorrenza a quota 16 punti ma sopratutto vinceva a Roma 4-0 con doppietta di Ibra, gol di Stankovic e Obinna.

E’ passato un secolo, ma sulla panchina giallorossa c’era quel Luciano Spalletti che oggi gongola, magari non lo dirà, ma entra all’Olimpico tra i fischi ed esce a testa alta, altissima.

Roma-Inter, la fortuna aiuta gli audaci o bacia i belli?

Tre legni e da parte Roma molto rammarico. La banda di Di Francesco però è crollata sui nervi, complice anche un’Inter che agisce da squalo, fiuta la preda, subisce e poi colpisce.

C’è voluto un gran Mauro Icardi ma anche un telaio che incredibilmente sotto Spalletti funziona.

E’ vero, qualsiasi editoriale dopo i primi 45 minuti è andato farsi benedire. Nessun tiro, troppa smania di fare il tiki taka o comunque arrivare in porta col pallone.

Poi il botto. Icardi si ricorda di essere il centravanti dell’Argentina, con buona pace di Higuain, segnando due gol favolosi.

Arriva anche il terzo gol con Vecino, qualcosa che in A si vede poco o niente, ma sopratutto le telecamere piombano su Spalletti.

Ricordate l’ultima volta? Salutava Totti, si inquadrava il tecnico di Certaldo e poi pioggia di fischi.

Oggi, capovolgimento della vita, Totti è in tribuna, Spalletti all’Inter e decide di dare nuove regole in difesa e togliere dal torpore Joao Mario che oggi indossa il 10 e finalmente fa il 10.

Il resto lo dirà la storia della Serie A, in attesa della pausa che l’Inter si goda il momento, una fase difensiva decente, una rimonta contro i vice campioni d’Italia.

Lo scorso anno alla seconda giornata si stava nettamente peggio.

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