EDITORIALE – C’era una volta Roberto Baggio

Tredici anni fa il numero 10 (forse) più forte della storia del calcio italiano mise gli scarpini al chiodo. Un giocatore, un campione ed un uomo che, nonostante le tante maglie indossate, ha sempre messo d’accordo tutti. Chi è? Roberto Baggio, il Divin Codino.

AH, DA QUANDO BAGGIO NON GIOCA PIÙ

Fonte foto : mondiali.it

Cesare Cremonini, nel 2005, compose “Marmellata 25”, una canzone che sottolineava la nostalgia di determinati campioni. Tra gli altri si parlava delle domeniche calcistiche senza un vero amore: Roberto Baggio. Il suo ritiro avvenne nel lontano, ormai, 2004. Da quel momento qualcosa di magico è svanito. Il vero trequartista non esiste più, così come il vero Fantasista.

Viviamo di ricordi e VHS. Anzi forse nemmeno più perché si vede tutto su Youtube. Tutto questo, però, è un bene perché possiamo ricordare e far conoscere ai nostri figli chi era un vero numero 10. Oggi in campo vanno giocatori assurdi. Basti pensare a Cristiano Ronaldo che ha più di 30 anni e gioca con un fisico ed una velocità che 15/20 anni fa nemmeno si poteva pensare.

Il calcio è cambiato. Infatti, oggi, per far giocare un numero 10 come Roberto Baggio si deve praticamente costruire una squadra intorno. Il calcio moderno è velocità, ritmo e corsa. Ma di solito si dice che i bambini o comunque l’occhio umano si innamori delle piccole cose. Uno stop a seguire, un codino, ed un 10 che ha vestito le maglie più importanti in serie A: JuventusMilan e Inter.

Ma tutto questo passava in secondo piano perché quel 10 era magico, trasmetteva emozioni italiane, faceva sognare con un codino tutto il popolo italiano, perché diciamolo noi italiani siamo romantici. Ma ‘Raffaello’ o meglio ricordarlo come il ‘Divin Codino‘ non solo fece innamorare tutto il mondo ma vinse anche il Pallore d’oro nel 1993, un traguardo che oggi è quasi inimmaginabile per un calciatore italiano. La cultura del calcio è molto dinamica ma noi sognatori rimaniamo sempre nostalgici. Chissà se mai un giorno qualcuno possa trasmettere quello che ha trasmesso Roberto per il mondo intero.

Grazie Roby.

Fonte foto copertina : inter.it

 

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