Gigi Simoni, sempre in trincea e agli onori della cronaca per le imprese e le polemiche nate nel 1998 ribadite pochi giorni fa da Moratti, alla guida di un’Inter stellare e frenata sul più bello, è anche l’ultimo allenatore ad aver trionfato con i colori nerazzurri allo stadio San Paolo.
Anzi, lui ha fatto di più, nello stesso anno, tra febbraio e ottobre vinse due Napoli-Inter, uno con gli azzurri in Coppa Italia e l’altro con i nerazzurri in campionato.
Il mister si è fermato ai microfoni della Gazzetta dello Sport e ripercorrendo con la memoria quei match, traccia un profilo dell’Inter attuale, da un giudizio deciso su Icardi e azzarda o meglio auspica un pronostico singolare.
Cos’è servito allora all’Inter per vincere e cose le servirebbe adesso per ripetersi?
Il mister non ci pensa due volte: La personalità. Sbancare il San Paolo non è facile, non lo è mai stato. Occorre metterci gli attributi. La mia Inter ne aveva da vendere, quel giorno in campo c’era gente come Bergomi, Zanetti e Galante, mentre questa Inter è a tratti molto bella a vedersi ma non ha gente di grande personalità.
La domanda sorge spontanea: Nemmeno Icardi?
È un attaccante fortissimo, segna con medie straordinarie, ma è un leader tecnico ma non carismatico.
Poi Simoni passa a esaminare la situazione di adesso in casa nerazzurra. Vede mancanza di cattiveria agonistica in questa squadra ed è il punto su cui dovrà lavorare maggiormente Pioli, ma ci sono ampi margini di miglioramento e possibilità di tornare in zona Champions.
Poi chiude con un pronostico: “Io spero in un pareggio. Con queste due squadre ho vissuto le mie emozioni più grandi, la vittoria della Coppa Uefa con i nerazzurri a Parigi e il successo ai rigori del Napoli sull’Inter in Coppa Italia in quel febbraio del ‘97″.
This post was last modified on 1 Dicembre 2016 - 11:01