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Le partite

LA PARTITA AI RAGGI X – Sparta Praga-Inter, la sagra dell’errore: fasce inesistenti e retroguardia da incubo

La sconfitta rimediata ieri dall’Inter sul campo dello Sparta Praga mette in grande salita la strada europea dei nerazzurri che dopo due giornate si ritrovano all’ultimo posto del Gruppo K con la miserie di zero punti. In Repubblica Ceca è andata in scena la peggiore uscita stagionale dei ragazzi di De Boer: se nelle sconfitte contro Chievo e Hapoel il primo tempo era stato scialbo ma onesto, ieri fin dal primo minuto di gioco c’era stato il chiaro segnale di una serata da incubo. Il 3-1 finale in favore dei padroni di casa rappresenta un’ulteriore conferma sul fatto che le seconde linee a disposizione dell’olandese siano totalmente inadeguate.

LE SCELTE DEI TECNICI – L’Inter si è presentata a Praga con le solite assenze legate alla lista UEFA e con un modulo che appare ormai consolidato ossia il 4-2-3-1: rispetto all’esordio europeo sono stati depennati Nagatomo e Biabiany mentre anche Santon era stato escluso dalla sfida di ieri. Altra chance per Miangue dopo la buona partita con il Bologna e conferma anche per Gnoukouri. In attacco invece spazio a Eder, Banega e Candreva alle spalle di Palacio. Per i cechi il tecnico ad interim Holoubek sceglie un cauto 4-5-1 con Kadlec unica punta e un folto centrocampo a sostegno soprattutto con le fasce affidate a Cermak e Dockal. In fase offensiva il modulo diventa quindi una sorta di 4-3-3.

INIZIO DA HORROR – L’inizio dei nerazzurri non poteva essere peggiore con un atteggiamento totalmente disattento che porta già al 7′ lo Sparta in vantaggio con un lancio errato di Ranocchia che porta a uno scambio in area che mette Kadlec in posizione buona per tirare e battere Handanovic: goffo il tentativo di Melo di intercettare in scivolata l’assist per la punta avversaria. Il primo tempo si gioca tutto su questo copione con un’Inter assolutamente distratta (svarioni di Melo, Murillo e Ranocchia) e la squadra di casa che in più occasioni sfiora il raddoppio. Il gol del 2-0 arriva nella maniera più comica (o irritante secondo il punto di vista): punizione sulla trequarti per i cechi, battuta rapida con i nerazzurri tutti in linea e fermi in attesa del fischio dell’arbitro e palla ancora a Kadlec che a tu per tu con Handanovic lo batte nuovamente. Sfida così già in archivio al 26′.

REPARTI SCONNESSI – Ciò che è saltato agli occhi nel primo tempo pessimo dell’Inter è proprio la mancanza di collante fra i reparti con Ranocchia spesso obbligato a sbilenchi lanci lunghi che finiscono o in fallo laterale o oltre il fondo e Melo che fatica tantissimo nel proporsi senza perdere il pallone. Banega è costretto spesso a ripiegare in una sorta di 4-3-3 e solo in una occasione un suo bel lancio per Candreva crea una potenziale palla gol che viene comunque vanificata. Anche Gnoukouri non riesce mai a trovare una vera posizione in campo e spesso avanza a vuoto lasciando un ulteriore buco in mediana, agevolando il compito in interdizione di Frydek e Sacek. Eder è impalbabile e anche Palacio sembra essere in palese difficoltà finendo svariate volte in fuorigioco nel tentativo di dare profondità alla manovra.

FASCE INESISTENTI – D’Ambrosio sulla destra palesa ancora una volta i suoi limiti tecnici: non sale, soffre tantissimo Dockal e non arriva mai al cross; Miangue invece prova qualche sortita ma preso dal momento di difficoltà collettiva va anche lui spesso nel pallone perdendo molti contrasti. Soltanto l’ingresso di Ansaldi nella ripresa al posto dell’ex Torino regala uno spiraglio di luce vista la maggiore tecnica dell’argentino che si mostra subito intraprendente nonostante il doppio svantaggio e il fatto che quello fosse il suo reale esordio in nerazzurro. Due-tre spunti sulla destra e un paio di cross in area sono comunque un bottino maggiore del numero 33.

CAMBI TARDIVI – De Boer prova a correggere il tiro inserendo Perisic e Icardi nel finale e i due cambi premiano con il gol di Palacio che accorcia le distanze con una bella azione (l’unica in realtà) che lo porta al tiro con uno scambio rapido fra Icardi e Banega. L’illusione dura 5 minuti perché poi ancora Ranocchia chiude la sua notte da censura con il fallo che lascia l’Inter in dieci e regala il 3-1 a Holek su sponda in area: nel finale sarà ancora Icardi a imbeccare Eder in profondità ma l’oriundo fallisce l’occasione in pallonetto davanti a Koubek. No Inter, questa volta non c’è davvero niente da salvare se non la certezza che i titolari siano di alto livello mentre le rispettive riserve non meritino altre chance nell’immediato.

This post was last modified on 30 Settembre 2016 - 10:31

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redazione