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GdS – Il Pitbull conquista il Meazza. E’ l’ultimo di una lunga serie di mastini adorati dal popolo…

Gary Medel è un punto fermo della rosa di Mancini ed è soprattutto un beniamino del pubblico nerazzurro, che vede in lui passione, grinta, sacrificio e attaccamento alla maglia.

Come riporta la Gazzetta dello Sport, Gary è l’ultimo di tanti mastini adorati passati negli anni tra le fila interiste.

171 cm, un concentrato di corsa e concentrazione per inseguire palloni ed avversari. Non è sicuramente il regista alla Pirlo dai piedi fatati, ma è il regista dello spirito che devono avere i nerazzurri soprattutto in questa fase di inseguimento al terzo posto.
Il cileno è l’ultimo di una lunga serie.

Il primo fu Carlo Tagnin che arrivò in Corso Vittorio Emanuele già abbondantemente 30enne  e che faceva del pressing, della tigna e della corsa, dei comandamenti di vita. Fu lui che nella notte del 27 maggio 1964 fermò nientemeno che Alfredo di Stefano ed aiutò i suoi compagni ad alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie contro il Real Madrid dei sogni.


Dieci anni dopo in maglia nerazzurra arrivò Gianpiero Marini, che con l’Inter giocò ben 375 partite e vinse una coppa Uefa nel 1994 da allenatore, subentrando a Bagnoli. Fu campione mondiale 1982 e soprattutto permise all’Inter di rimanere in serie A per solamente un punto in classifica.

Per sostituire Marini, Trapattoni volle Adriano Piraccini, combattente e corridore, poi fu la volta di Angelo Orlando e naturalmente di Paul Ince che dal Manchester United Moratti lo portò ad Appiano dal 1995 al 1997.

Insomma una dinastia di leoni di cui il pubblico interista non può fare a meno.

This post was last modified on 10 Marzo 2016 - 09:24

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redazione