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Felipe Melo: “Mi girano le scatole sentire certa gente parlare dei miei falli. Dio mi voleva qui”

In un ampia intervista su La Repubblica concessa ad Andrea Sorrentino, Felipe Melo si racconta e si mette a nudo, parlando della sua scelta di vita nel venire a Milano e cercando di combattere i pregiudizi sul suo conto.

Felipe Melo è cattivo o è solo come la dipingono?

“Non lo so. Sono cattivo? Decidetelo voi, che vedete e giudicate tutto… a me girano le scatole sentir parlare certa gente dei miei falli. Ad esempio contro il Milan: entro su Balotelli, vengo ammonito e piovono critiche. Ma penso, non vedete che ho preso la palla e non è neppure fallo? Oppure la gomitata al ragazzo del Chievo: ma non vedete che io salto e lui mi viene sotto e prende la botta? mi hanno addirittura incolpato dell’infortunio di Pazzini, quando ero semplicemente entrato in scivolta…”

Da dove arriva il soprannome Pitbull?

“Non lo so…Probabilmente da quando giocavo in Spagna: venivo chiamato “la Segunda Bestia”, perché la Bestia era Julio Baptista (ride, ndr)”.

Solo 12 espulsioni in carriera..

“Già, e l’anno scorso nemmeno una. Sto migliorando…”

E come è lei fuori dal campo. bizzoso come in campo?

“Dipende. Non litigo mai in auto, non sia mai chi puoi trovare difronte. A casa, con i figli, posso essere più dolce di una mamma, ma se serve sono un pitbull. Altrimenti si corre il rischio che i bambini ti saltino in testa”.

Quanti bimbi ha?

“Quattro. Uno nato a Rio, uno a Santander, uno a Istanbul e una, la Principessa, a Firenze. Adoriamo l’Italia”.

Per questo è tornato?

“Sono tornato per abbracciare un antico amore. Sette anni fa potevo diventare dell’Inter. Mourinho mi voleva e io volevo lui. Finì che andai a Firenze, poi alla Juventus,poi al Galatasaray dove ho vinto tanto. Ma Dio mi voleva qui, si doveva chiudere un cerchio”

È vero che altrove avrebbe guadagnato di più che in nerazzurro?

“Sì, avrei guadagnato più del triplo. Invece per l’Inter ho rinunciato ai soldi, perché grazie a Dio non ne ho bisogno, e alla Champions: del resto per inseguire i sogni è necessario fare uno sforzo, e io l’ho fatto. Era giusto venire incontro a un antico amore. So che quasi la totalità dei calciatori non l’avrebbe fatto. Ma vedo la mia famiglia felice almeno quanto me, quindi non ho rimpianti”.

 

This post was last modified on 16 Ottobre 2015 - 16:22

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redazione