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GdS – Capello: “Rispetto per gli 1-0 di Mancini, contengono tre verità”

L’Inter continua a volare in campionato, con cinque vittorie nelle prime cinque gare di campionato. Molte critiche sono piovute, però, per il gioco espresso. Opinionisti e giornalisti hanno definito noioso il gioco di Mancini, che aldilà dell’1-0 non riesce ad andare. A difesa del tecnico jesino, scende in campo un maestro del calcio: Fabio Capello. L’ex allenatore, e ora opinionista per Fox Sports, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando dell’Inter e dell’importanza della concretezza:

L’Inter è diventata una fabbrica di 1-0, e Mancini ha tirato in causa il suo Milan.
“Farei una premessa: solo il terzo scudetto di quegli anni, arrivò con un numero limitato di gol. Avevamo un’ottima difesa, e in quella stagione fu decisiva. Detto questo, l’1-0 è un risultato da rispettare”

Però c’è una buona parte dell’opinione pubblica che non apprezza.
“Penso che si debba pensare di più prima di criticare così un 1-0. Questo risultato contiene tre verità: una squadra ha vinto, è riuscita a mantenere la porta inviolata e è riuscita a difendere il gol. Considerato anche il livellamento degli ultimi anni, è difficile portare a casa i tre punti: ripeto, grande rispetto per l’1-0”

Mancini definisce gli 1-0 di Capello, come una stella polare.
“Ricambio la stima. Considero Mancini un grande allenatore, perché sa farsi comprare i giocatori giusti, ma sa anche lavorare con quello che ha. Nel calcio funziona un detto contadino: produci il vino con l’uva che hai”

Equilibrio, carattere, spirito di sacrificio, fantasia. Qual è la qualità più importante per una squadra?
“L’equilibrio è fondamentale, sia in campo che fuori. Gestire le vittorie e le sconfitte, spesso può essere fondamentale”

Qual è il problema tecnico degli ultimi anni?
“Concordo con Fabio Cannavaro: si va in crisi sull’uno contro uno”

Quali sono le ragioni?
“Perché non si lavora più sugli aspetti specifici: basta vedere la posizione del corpo, per capire che è un problema di scuola. Dissento da Sacchi sull’aspetto culturale: a centrocampo si può difendere tenendo la posizione, in area solo a uomo”

Sacchi solleva un altro quesito: il fatto che si parli dei risultati dell’Inter, vuol dire che si sta migliorando la nostra cultura calcistica? Capello che dice?
“L’ideale sarebbe sempre vincere e divertire. Però dobbiamo renderci che il calcio è legato al business, se no non si va da nessuna parte. Ci sono squadre che non possono permettersi di rimanere fuori dalla Champions, o squadre per cui la retrocessione vuol dire rovinarsi. Se l’alternativa è vincere giocando male o perdere giocando bene, io scelgo la prima. E penso sia così anche per la maggioranza di tifosi”

In Italia, esiste un calcio pre-Sacchi e post-Sacchi?
“Esistono i cicli. Come quello dell’Ajax, il Milan di Sacchi e ora c’è Guardiola. Dietro a queste epoche, ci sono sempre fuoriclasse. L’Ajax sfiorì quando perse Cruijff e Neeskens. Il Milan di Sacchi sfruttò al meglio il pressing e il fuorigioco, ma fu possibile anche grazie ai tanti campioni. Ora c’è Guardiola che ha vinto col Barcellona e ora fa lo stesso col Bayern, ma ha avuto dietro sempre grandi campioni. I 5 gol di Lewandowski sono emblematici”

Mourinho rientra nei canoni del calcio di Capello?
“Lo stimo perché ha sempre le idee chiare, sa dove andare e cosa fare. Per lo stesso motivo, stimo Mihajlovic. L’ho incontrato a Dubai, ed ho capito che ha la testa giusta per arrivare lontano”

Nella sua esperienza attuale con Fox Sports, segue i grandi campionati europei: com’è il panorama attuale?
“La Germania è cresciuta molto, anche se le difese rimangono da rivedere. In Inghilterra mi aspettavo un Manchester City super, ma quando non c’è Aguero fa fatica: è stato un errore vendere Dzeko. In Spagna vedo un bel Celta, ma Barcellona e Real Madrid rimangono le superpotenze”

Lei è stato uno dei pionieri tra gli allenatori prestati alla tv, da Telemontecarlo negli anni 80. Com’è cambiato il calcio di allora?
“I colleghi sono bravi e preparati, ma credo ci sia un eccessivo covercianismo. Bisogna parlare più semplici, perché non parliamo solo per gli addetti ai lavori, ma per milioni di persone.

This post was last modified on 26 Settembre 2015 - 09:12

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redazione