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Bergomi: “Mancini ha avuto quello che voleva sul campo. La sua Inter ha raggiunto il livello di Juve e Roma”

In un’ampia intervista del quotidiano torinese Tuttosport, l’ex centrale difensivo nerazzurro Beppe Bergomi, analizza la rosa interista al completo al termine della sessione estiva di mercato e prova a delinearne obiettivi e prospettive stagionali. Protagonista assoluto della chiecchierata è il brasiliano Felipe Melo, a lungo corteggiato dall’Inter ma arrivato soltanto l’ultimo giorno di trattative dal Galatasary e sul quale lo ‘Zio‘ Bergomi ha pochi dubbi: Melo garantisce chili, centimetri e personalità in mezzo al campo. Mancini cercava proprio questo tipo di giocatore in quel ruolo“.

Carismatico e deciso anche fuori dal campo, come dimostrato nella conferenza stampa di presentazione: “Anche questa è una caratteristica importante. Per queste cose però bisogna trovarsi nello spogliatoio. Solo lì puoi capire quali sono le dinamiche reali di un gruppo. C’erano giocatori che da fuori sembravano leader e invece non sapevano nemmeno una parola d’italiano. Se penso a gente che parlava chiaro con cui mi è capitato di giocare, mi vengono in mente Matthaeus e Simeone. Loro erano due leader. Lothar era uno che diceva: “Oggi vinciamo con un mio gol”. E finiva puntualmente così. Il ‘Cholo’ era un altro trascinatore. Ci ha messo qualche mese a capire il calcio italiano, ma poi è diventato un faro”.

Melo meglio di Medel da regista? Sì, perché ha più chili e potenza. E’ una caratteristica fondamentale in Italia in questo momento. Se la qualità scende, la fisicità fa la differenza. E da noi attualmente non c’è molto talento in giro. Ha vinto tanto il Milan di Sacchi con gli olandesi, tutti alti 1.90. Poi la prima Inter di Mancini, fatta di corazzieri. La Juventus degli ultimi anni ha tanti calciatori robusti. Mancini ha voluto ricostruire la stessa situazione di dieci anni fa. Non a caso, nel corso del mercato estivo, sono stati ceduti i giocatori più leggeri o piccoli: Kovacic, Hernanes e Shaqiri. E ancora sul brasiliano: è da qualche anno ormai che gioca in quel ruolo. Mi ricordo la sfida di Champions tra Galatasaray e Chelsea del marzo 2014. L’ho commentato per Sky. Il brasiliano era bloccato davanti alla difesa, mentre in passato con Juventus e Fiorentina era molto più incursore. Non a caso prima segnava di più. Ma così è diventato più disciplinato“. 

Battute finali dedicate alla squadra interista più in generale: Non penso che l’Inter offrirà un gioco molto spettacolare. Mancini punterà molto al risultato. Saranno soprattutto i tre davanti a occuparsi di decidere le partite. Gli altri dovranno proteggerli e accompagnarli. Roberto ha le idee molto chiare. Le prime due giornate lo hanno dimostrato. In ogni caso ritengo che il gap con Juve e Roma si sia notevolmente colmato, i nerazzurri ora possono competere ai vertici in campionato.

This post was last modified on 5 Settembre 2015 - 18:00

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redazione