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La serata di ieri ha decretato l’ennesima stagione fallimentare dell’Inter post Triplete: evaporato l’ultimo obiettivo in maniera più che perentoria, ora questi ultimi due mesi di stagione possono rivelarsi quasi come una lenta agonia che conduce alla fine, un tirare avanti senza troppo convinzione, consapevoli che solo un miracolo può permettere a questa stagione di essere valutata in maniera appena sufficiente. Comincia a profilarsi un temibile paragone con la terribile stagione di due anni fa, quando un’Inter falcidiata dagli infortuni e senza più obiettivi concreti precipitò in una spirale di ripetute sconfitte. Quella squadra collassò all’improvviso, ma aveva avuto almeno il merito di lottare addirittura per tutto il girone di andata in chiave scudetto, senza dimenticare la sfiorata rimonta col Tottenham proprio in Europa League, un’impresa che si presentava più ardua di quella di ieri sia per il valore della squadra avversaria che per il punteggio più arduo da ribaltare.

La squadra di quest’anno, invece, non è mai decollata: mai ha dato l’impressione di poter realmente spiccare il volo, dare fastidio per il raggiungimento di importanti traguardi sportivi. Sembra dunque impossibile far peggio, visto che questa squadra e questi tifosi hanno a che fare con il peggio da ormai tanto tempo,  si sono quasi abituati a conviverci, nonostante la speranza sia sempre l’ultimo baluardo a crollare, come ieri sera. Il pubblico nerazzurro ha voluto crederci, ma ha dovuto sbattere la testa contro i soliti limiti e, al momento del fischio finale, ha capito che le illusioni avute erano basate sul nulla. Ora l’assenza di obiettivi che effetti avrà su questo gruppo? Permetterà di giocare con più spensieratezza, o toglierà quelle (poche) motivazioni presenti prima? In realtà, l’obiettivo può trasformarsi in un non-obiettivo: il settimo posto, ossia l’assenza dalle coppe per la prossima stagione.

Discorso dal doppio volto: giocare senza fardelli di frettolosi preliminari di coppe potrebbe far concentrare interamente sul campionato, situazione simile allo scorso anno. Con una rosa però più attrezzata e una struttura societaria ormai ben delineata, le speranze di far meglio del quinto posto dello scorso anno sarebbero concrete e legittime. D’altro canto, però, l’accesso a una coppa europea garantirebbe introiti preziosi in ottica mercato, considerando le ristrettezze causate dal fair play finanziario. Dunque? Giocare per perdere non è l’ideale anche se, a onor del vero, se questa squadra dovesse fare più del settimo posto sarebbe un risultato quasi sorprendente, viste come sono andate le cose finora. Per riassumere il tutto in maniera veloce: chi vivrà, vedrà.

This post was last modified on 20 Marzo 2015 - 14:51

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Published by
Bernardo Cianfrocca