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Catania-Inter 0-3, la lavagna tattica

La nuova Inter di Mazzarri bissa il successo ottenuto in casa alla prima giornata di campionato ai danni del Genoa e passa sul difficile campo del Catania. Il tecnico toscano, in un solo colpo, sfata un tabù personale e annichilisce un avversario, il Catania, che tra le mura amiche ha storicamente creato sempre grattacapi agli interisti. La partita si mantiene praticamente in equilibrio soltanto per i primi 20 minuti e dopo il primo goal, siglato dal solito, implacabile Palacio,  i nerazzurri spadroneggiano con facilità quasi disarmante.

L’ANALISI TATTICA

COSA HA FUNZIONATO – Zero goal al passivo nelle prime due uscite di campionato rappresentano una gradevole novità per tutti quei tifosi interisti abituati, nelle ultime stagioni, a non voler guardare la casella delle reti incassate sui quotidiani sportivi. Se la difesa sta trovando quadratura e meccanismi, con un Campagnaro già esperto conoscitore di alcuni  movimenti e  un Ranocchia rinato nel ruolo di centrale, è in generale tutta la fase difensiva a dare l’impressione di un nuovo corso. Quel centrocampo, che la passata stagione troppo spesso sguarniva la difesa e proponeva scarso filtro, quest’anno sembra, per cattiveria e concentrazione, la proiezione di una linea maginot difficile da scardinare. La ciliegina della serata è, comunque, rappresentata dal marchio di fabbrica di mister Mazzarri: gli esterni. Il redivivo Jonathan, sbeffeggiato e deriso in ogni modo e con qualunque strumento (vittima di tanti, forse troppi, tormentoni sul web) si prende la sua rivincita e comanda la sua corsia, annichilendo il povero Monzon e spaccando in due la partita con le sue inaspettate accelerazioni. Per un esterno che, in maniera sublime, inventa ce n’è un altro che capitalizza: secondo goal (in fotocopia) in altrettante partite per Nagatomo che sta beneficiando anche lui del nuovo ruolo. Menzione d’onore per Rodrigo Palacio che corre, apre spazi, prende botte, segna e fornisce assist e per Ricky Maravilla Alvarez che, liberatosi da enigmi psicologici e tattici, sembra ormai un calciatore capace di interpretare indifferentemente più ruoli con discreta qualità e convinzione.

COSA NON HA FUNZIONATO – L’impressione è che, nonostante una vittoria cristallina ed una prestazione convincente, l’Inter sia ancora in fase di rodaggio. Ci sono da assimilare concetti, schemi, particolari, movimenti, interpretazioni. Se l’atteggiamento sembra già quello giusto, non altrettanto può dirsi per la concretezza ed il cinismo. Nelle situazioni di vantaggio occorrerebbe maggiore istinto da killer nel finalizzare e capitalizzare occasioni e ripartenze. Da affinare anche la gestione della palla tramite l’ottimizzazione del palleggio che consentirebbe alla squadra di eseguire con maggior pulizia e precisione la fase di possesso. Non benissimo un impreciso Belfodil ed un timido Kovacic che, complice una condizione precaria ed una nuova posizione da digerire, non ha giocato sui suoi standard abituali.

This post was last modified on 23 Settembre 2013 - 16:14

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redazione