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L’Inter con il Chelsea convince a metà. Urgono rinforzi dal mercato

La prima amichevole di lusso dell’Inter di Mazzarri, che ha coinciso con la prima gara della tournèe americana, consegna spunti ed argomenti sui quali disquisire. Il Chelsea dello Special One si è imposto con un risultato all’inglese dopo un match bifronte che, se da un lato rimanda all’esame di riparazione i nerazzurri, dall’altro lascia intravedere margini di crescita e miglioramento. Al netto del fuso orario, del pessimo manto di gioco, della caratura tecnica e tattica dell’avversario, la nuova Inter inizia a prendere forma e sostanza, seppur palesando limiti di incompiutezza.

COSA HA FUNZIONATO – Al di là del risultato, ottimo primo tempo dei nerazzurri che tengono bene il campo, comandano le danze e giocano con ritmo e personalità. A funzionare, più del fraseggio corto, sono i cambi di gioco sistematici e repentini, tanto cari a mister Mazzarri, che costringono le linee dei londinesi a difendersi sempre con l’uomo libero sul lato debole. Ottima l’interpretazione dei movimenti sugli esterni, soprattutto con la catena di destra, dove Nagatomo ha sfondato con regolarità e Guarin ha creato superiorità con le sovrapposizioni interne. Il centrocampo si è mosso spesso ad orologeria ed anche Alvarez, riproposto nel ruolo nuovo di intermedio sinistro, ha partecipato alla manovra con arguzia e tecnica. A beneficiare particolarmente del nuovo assetto con la difesa a 3 sono stati Campagnaro e Ranocchia che hanno giocato una discreta partita dal punto di vista individuale e dei meccanismi di reparto.

COSA NON HA FUNZIONATO – Il comun denominatore delle prime uscite dell’Inter mazzarriana è rappresentato dalla facilità con la quale i nerazzurri subiscono ripartenze e transizioni avversarie. Un inedito per l’ex allenatore del Napoli che, in carriera, si è costruito la fama di grande stratega difensivo e di gran contropiedista. L’Inter, che praticamente fino al goal di Oscar stava dominando la partita, si è sciolta alla prima ripartenza dei Blues concedendo un dilettantistico 3 contro 3. Pur apprezzando il tentativo di voler attaccare con tanti uomini per creare superiorità ed imprevedibilità, occorrerebbe un maggior richiamo all‘equilibrio tattico per non soccombere sotto i colpi del contropiede avversario. Il tentativo di sfruttare la profondità sugli esterni, alzando contemporaneamente i cursori laterali, rischia di scoprire e di sguarnire regolarmente il pacchetto arretrato se non si chiede un sacrificio ai centrocampisti centrali, in particolar modo al play basso che, in quel caso, dovrebbe trasformarsi in quello che una volta veniva chiamato centromediano metodista (praticamente una sorta di stopper del centrocampo) abbassandosi sulla linea della difesa e garantendo la superiorità numerica in fase di non possesso. In alternativa, gli esterni dovrebbero abbassarsi con maggiore velocità formando una difesa a 4 o a 5 in considerazione degli uomini portati in attacco dalla squadra avversaria. Meccanismi nuovi comprensibilmente da oliare. Nella ripresa, poi, in inferiorità numerica e con gli uomini di Mou in totale controllo della partita, Mazzarri ha optato per un 4-4-1 puntando ad una partita di puro contenimento.

COSA SERVE – Per completare l’organico a disposizione di Mazzarri, Branca ed i suoi collaboratori dovrebbero aggiungere alla rosa un esterno (o anche due) di qualità che, al contrario di Pereira, sia in grado di arrivare sul fondo e di regalare palle goal agli attaccanti e un centrocampista centrale con spiccate capacità difensive, in grado di fare filtro, di dare sostanza al reparto e di far ripartire con velocità e precisione il palleggio. Anche un attaccante di livello potrebbe rappresentare un buon innesto in ragione dell’inesperienza dei giovani Belfodil ed Icardi e del lungo stop che ha bloccato Milito.

This post was last modified on 4 Agosto 2013 - 21:03

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redazione