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Botta: “Mi accomunano a Di Maria. Mi sento pronto per giocare in Serie A e Zanetti…”

Ruben Botta è ormai un giocatore dell’Inter. Il fantasista argentino classe ’90, ha firmato un pre-accordo con la società nerazzurra per una cifra intorno al milione di euro all’anno per 5 stagioni.

Il contratto prevede anche dei bonus e dei premi, oltre a un accordo sui diritti d’immagine ceduti al giocatore. Botta si svincolerà dalla sua squadra a giugno e quindi l’operazione sarà a costo zero, dato che l’unica spesa di cui la società dovrà farsi carico, oltre allo stipendio, riguarderà le minime commissioni per Hidalgo e per il suo entourage.

In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Ruben Botta esprime le sue prime parole da interista, cominciando col raccontare un aneddoto sul suo sviluppo: “Mio padre era un calciatore e adesso fa l’allenatore. Ho iniziato quando ero piccolo a San Juan, la capitale dell’omonima provincia. Poi sono passato al Boca Juniors e mi sono trasferito a Buenos Aires dove ho potuto iniziare le cure mediche. Avevo la stessa malattia che aveva Messi. Quello che ha fatto lui in Spagna (il trattamento della crescita, ndr), io l’ho potuto fare in Argentina grazie alla copertura medica che disponevano i miei genitori. Tutto è andato bene”.

Botta, spiega poi dove predilige giocare: Fin dall’inizio giocavo trequartista, oppure mezza punta o esterno. Sono questi i miei ruoli: mi è sempre piaciuto creare calcio. Do il meglio di me quando gioco lì sulla trequarti perché, sfruttando la mia tecnica e abilità, posso mettere in difficoltà gli avversari. Comunque aiuto molto anche nel recupero palla. Qui al Tigre mi sono abituato perché tutti quelli che vanno in campo devono sacrificarsi per il bene della squadra. Se assomiglio a Lavezzi? Non credo, paragone sbagliato. Il Pocho si basa molto sulla potenza fisica e sulla rapidità, io invece punto sulla tecnica e sull’abilità. Anche quando mi marcano stretto non ho paura a provare l’uno contro uno. Con tutto il rispetto, come stile assomiglio più a Messi che a Lavezzi. In Argentina mi accomunano a Angel Di Maria e in effetti credo che lui e io abbiamo molti aspetti in comune”.

Adesso, è arrivata l’Inter: “Avrò l’opportunità di essere in squadra con Zanetti, Cambiasso, Milito e tutti gli altri campioni che ha l’Inter. Sarà un orgoglio e un onore per me indossare la maglia dell’Inter, uno dei club più importanti al mondo. Chi ammiro? Messi è il numero uno, ma mi piacciono anche Iniesta, Xavi e Del Piero. L’idolo del passato, invece, è Maradona. Lascerò il Tigre perché le condizioni economiche per il rinnovo non erano quelle che mi aspettavo. I miei bisnonni sono italiani e si sono trasferiti in Argentina a inizio ‘900. Mi sento pronto a giocare in Serie A, ho una personalità che mi consente di adattarmi preso a nuove realtà e dunque credo di avere la maturità necessaria per una nuova esperienza professionale. Cosa penso di Zanetti? Lui è un esempio per chiunque, non solo per un argentino. Grande calciatore e persona straordinaria, basti pensare alla Fondazione Pupi. L’Inter, poi, è un club top e la sua è una tifoseria super in uno stadio fantastico”.

Il trequartista argentino, conclude raccontando qualcosa sulla sua vita privata: “Ho sempre sognato di raggiungere un club di livello come quello nerazzurro e sarebbe straordinario giocare in Champions League il prossimo anno, ma non so se sarà possibile. La nazionale argentina? Dura trovare un posto, magari stare all’Inter mi aiuterà. Botta fuori dal campo? Playstation con gli amici, dove Botta è più forte di quello reale (ride, ndr). Per il resto, sono molto tranquillo come tutti quelli nati a San Juan: dormo e vado al cinema. Sono fidanzato e vivo con i miei genitori e i miei fratelli. Il numero di maglia? Mi piace molto il 19“.

This post was last modified on 14 Aprile 2013 - 04:38

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redazione