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Da “L’Orologio” a Inter Campus: nerazzurri sempre in prima fila nella lotta contro il razzismo

L’Inter si conferma in prima linea nella lotta al razzismo incontrando le alte autorità milanesi per discutere le linee di condotta nella prevenzione e repressione proprio di eventuali comportamenti razzisti e/o discriminatori in occasione delle partite casalinghe dei nerazzurri.

Il dottor Stefano Filucchi, in rappresentanza della società, ha infatti incontrato nella mattinata di sabato il questore di Milano, il Capo di Gabinetto e il dirigente locale della D.I.G.O.S.; presumibilmente si sono individuate le migliori strategie per evitare qualunque episodio riconducibile al razzismo, dagli ululati ai giocatori di colore agli striscioni offensivi a sfondo razziale.

L’incontro dimostra sicuramente l’impegno e la disponibilità di F.C. INTERNAZIONALE a sconfiggere il razzismo in tutte le sue forme e a combattere tenacemente qualunque manifestazione a esso riconducibile, anche se attuata da una piccolissima minoranza dei suoi tifosi, come in occasione degli ululati ai giocatori Gallas e Adebayor del Tottenham nell’ultimo match di Europa League disputato dai nerazzurri.

Già il nome e la storia dell’Internazionale Football Club attestano l’apertura al mondo e alla multiculturalità: dal 9 marzo 1908, giorno della fondazione del club, quando (presso il ristorante “L’Orologio”) alcuni soci dissidenti del Milan decisero di costruire una nuova squadra in cui potessero giocare anche calciatori stranieri, fino all’impegno nel progetto Inter Campus, che da 15 anni prova a restituire il sorriso ai bambini di tutto il mondo, il tentativo di unire tutte le bandiere del mondo sotto quella nerazzurra è tra gli obiettivi principali della società.

Proprio alla luce di questo sforzo, appaiono davvero come note stonate alcune spiacevoli uscite di una parte, per fortuna molto esigua, della tifoseria organizzata nerazzurra, come gli ululati al giocatore ivoriano del Messina Marc André Zoro nel 2006.

La società però, ha sempre mantenuto una linea di pensiero impeccabile a questo proposito, condannando in maniera decisa qualunque forma di razzismo da parte dei propri tifosi e scusandosi tempestivamente a loro nome con le vittime di questi comportamenti negativi. Nell’occasione più nota, proprio quella relativa al caso-Zoro, fu l’indimenticabile Giacinto Facchetti a parlare al termine della gara con il giocatore e a stigmatizzare quanto successo sugli spalti.

This post was last modified on 8 Aprile 2013 - 00:57

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redazione