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Terzi alle spalle di Juventus e Napoli al momento della sosta. Difficile crederci prima dell’inizio del campionato. Ancora più difficile farlo dopo le sconfitte con Roma e Siena. Non potevamo perdere ancora punti contro squadre di medio-bassa classifica e non l’abbiamo fatto. Il Milan esce battuto, l’Inter vince ancora una volta in trasferta, stavolta solo teorica, in uno stadio che poche volte è stato così nerazzurro.

“E’ vostro! E’ vostro!” grida il capopopolo Stramaccioni. E’ il derby di quelli che hanno subito un’annata disastrosa come la scorsa, di quelli che sono tornati di corsa a casa da lavoro per guardare la partita col Neftçi, di quelli che ieri sera ancora una volta hanno stravinto il duello delle coreografie, di quelli che non hanno fatto la corsa per ritirare l’abbonamento. E’ il loro derby, è il derby degli interisti.

Nella stracittadina meno spettacolare della storia a spuntarla è chi è riuscito a costruire un progetto in cui il mix tra vecchi e giovani trova finalmente la sua realizzazione: la freschezza di talenti come Coutinho per reggere stagioni da sessanta partite; l’esperienza di gente come Cambiasso e Samuel per vincere le partite che contano. E’ proprio il difensore argentino il grande protagonista della gara, autore del gol che dopo soli due minuti sblocca il match. Non una novità per chi è alla decima vittoria in dieci presenze nei derby di campionato. Decisivo sui due lati del campo, guida l’impeccabile fase difensiva nerazzurra insieme a uno straordinario Ranocchia, tanto forte quanto leale, e a un poderoso Juan Jesus, fin troppo confidente nelle sue qualità tecniche e fisiche, al punto da cadere spesso in qualche distrazione che non risulta fatale solo per la pochezza dell’avversario.

Difficile valutare la partita prescindendo dagli episodi che la condizionano. Non quelli fantomatici che millanta Allegri, noi parliamo di calcio. Il gol a freddo con successivo raddoppio sfiorato da un Milito tutt’altro che in forma-derby (complice l’assenza di Abate dal primo minuto) spegne più del dovuto le velleità offensive dei nerazzurri, che non riescono mai a imbeccare Coutinho, autore della peggiore prestazione di sempre in maglia nerazzurra. L’altro episodio arriva proprio quando la partita si sta per mettere su binari più congeniali all’Inter: Nagatomo si fa espellere ingenuamente proprio quando un Milan sempre più sbilanciato stava per lasciare all’Inter gli spazi in cui risulta letale. Ma nonostante l’aiuto del sempre cordiale giapponese i rossoneri non si rendono mai pericolosi da una distanza inferiore ai trenta metri.

Quando manca la tecnica e lo spettacolo, ci vuole animo, ci vuole cuore. L’Inter ce l’ha, il Milan l’ha lasciato sugli striscioni. Il derby è nostro.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

This post was last modified on 16 Maggio 2013 - 01:55

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redazione