Uno sguardo sulla A

Capita che il maltempo neghi all’Inter la possibilità di giocare la sua partita. E i suoi tifosi non sanno se sia un bene o un male, se disperarsi per la mancata occasione di godersi i propri beniamini o se rilassarsi al pensiero che ogni possibilità di rovinare il pranzo della domenica sia annullata. Nel dubbio gli interisti danno un’occhiata alla due giorni di serie A e dopo qualche anno si ritrovano ad essere indiviosi.

Si parte col Bologna, protagonista di un inizio di stagione pessimo, perdente ancora una volta a Palermo e nonostante questo due punti sopra l’Inter. Si continua con la Roma, vittoriosa nella stessa Novara che fu fatale ai nerazzurri, il cui progetto di ringiovanimento, opposto alla creazione della casa di cura milanese, sta cominciando a dare frutti: i gol “verdi” di Bojan e Osvaldo su assist di Pjanic avranno quantomeno fatto andare di traverso la birra del sabato sera ai tifosi della Beneamata, a cui a quel punto non restava che sperare nella domenica.

Subito pessime notizie: Napoli-Juventus non si gioca! Quindi la possibilità di vedere perdente almeno una delle due è svanita. Le squadre di testa vincono tutte allontanandosi sempre di più. Il Milan schianta il Catania a San Siro con un secco 4 a 0 con Ibra che sembra aver ripreso il suo ruolo di dominatore, in attesa di smentirci in Champions; Udinese e Lazio trovano le vittorie casalinghe grazie ai soliti due: Di Natale segna la rete della vittoria, Klose mette lo zampino nel gol decisivo di Sculli.

Notizie ancora peggiori arrivano dal fondo della classifica, visto che in questa domenica senza pareggi trovano la vittoria Atalanta, Chievo e un sorprendente Lecce da trasferta. I successi delle due squadre settentrionali le rendono irraggiungibili dall’Inter anche dopo il recupero, mentre il gol fortunoso di Cuadrado regala ai pugliesi i punti necessari per raggiungere l’Inter, ora ufficialmente in zona retrocessione, seppur a parimerito.

Magari gli interisti hanno salvato il pranzo della domenica, ma la cena sarà dura da mangiare giù.

Giovanni Cassese

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