Il limbo di metà stagione

Siamo lontani. Lontani dall’era Gasperini, dalla fragilità portata al livello di friabilità, dai panchinamenti dei migliori giocatori, dalla totale assenza di vittorie, dai malumori nello spogliatoio, dalla difesa a tre, dal caos tutt’altro che organizzato. Lontani da Novara, per intenderci.

Ma siamo altrettanto lontani dai successi, dalla continuità, dal bel gioco, dalla sicurezza, dalla maturità, da una solida idea di squadra e, perchè no, dalla fortuna. Lontani da Madrid, per intenderci.

L’Inter è in un limbo che pare essere senza scappatoia, adagiata sulla mediocrità tipica di una squadra di metà classifica (ancora da raggiungere). E’ difficile credere a una risalita, perchè sembra che manchino gli elementi per trovare la via di uscita. Non è un problema di reparti, allenatore o modulo. E’ un problema di “squadra”, che ora non c’è. Gli assenti, che sono comunque tanti, non sembrano sufficienti per rimediare a questa situazione.

Non basterebbe Ranocchia, che manca come l’acqua nel deserto, a limitare i danni di una difesa destinata a soccombere ogni settimana per mano di un nerazzurro diverso: ieri Chivu, talvolta Samuel e Nagatomo, spesso Lucio. E se poi dà il suo contributo anche Julio Cesar, con l’ennesimo moonwalk in area sui cross avversari, la situazione si fa ancora più tragica.

Non basterebbero Poli e Coutinho, per quanto giovani e talentuosi, a far gridare “Eureka” a un centrocampo storicamente senza idee. Se anche l’Atalanta (e prima ancora Catania e Palermo, per dirne due) in mezzo al campo schiera giocatori capaci di far girare la palla meglio dei pariruolo nerazzurri, c’è qualcosa da cambiare. O, meglio ancora, da rifondare!

Non basterebbe il solo Forlan, autore di un solo gol (a partita finita) finchè è stato sano, a risollevare un reparto ridotto a un’inconcludente apatia dall’anima errante di Milito e dai pur sufficienti Pazzini e Zarate.

Ma quel che è peggio è che probabilmente non basterebbe un allenatore di altissimo livello per portare questa squadra, vecchia e con limitatissimo talento, a traguardi importanti. C’è solo da elogiare Ranieri che, per quanto non sia immune da colpe (la mancata sostituzione di uno spompato Milito a Bergamo ne è una prova), è riuscito a portare l’Inter allo sbando ad essere una squadra equilibrata, seppur non entusiasmante.

Diciamolo: a questa squadra non basterebbe Mourinho.

Giovanni Cassese

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