Quanto manca uno come Supermario!

E’ stata la prima cessione eccellente del post-Triplete nerazzurro del 2010. Mario Balotelli, genio e sregolatezza di un calcio italiano sempre più in astinenza da veri campioni, sembra aver trovato la sua giusta dimensione oltremanica. Ovviamente, i suoi comportamenti quantomeno naif fuori dal campo fanno sempre notizia. Ultima “balotellata”, venerdì sera, quando ha fatto divampare un incendio in casa sua dopo aver fatto scoppiare dei petardi in compagnia di amici evidentemente non troppo raccomandabili.

Ultimamente però, le sue prodezze sul terreno di gioco sembrano prevalere su ciò che accade fuori dal rettangolo verde. Nel tennistico 1-6 rifilato a domicilio allo United di Ferguson, Supermario ha regalato una grande prestazione condita da una pregevole doppietta, per la gioia del Mancio e di tutti i tifosi dei Citizens, sceicco Mansour compreso.  I supporters del City amano Balotelli nonostante le sue bizze e gli hanno dedicato un coro, diventato tormentone in tutta la Premier League. Il testo dice: “Balotelli è il nostro bomber ed è bravo a giocare a freccette. Ha un allergia all’erba dello stadio ma quando gioca è un fuoriclasse. Guida intorno a Moss Side con un portafoglio pieno di soldi”. Il testo, apparentemente sibillino, si riferisce alle disavventure del giocatore del Manchester City: dalle freccette lanciate a dei giovani da una finestra, al malore subito per allergia durante una gara, fino alle mille sterline regalate ad un senzatetto fuori da un casinò. Una cosa è certa: dopo aver avuto il merito di lanciarlo nel calcio che conta, Roberto Mancini si conferma suo perfetto “psicologo-allenatore”, l’unico capace davvero di controllarne il carattere e a trarne i migliori frutti. 

Dopo aver scagliato con violenza a terra la maglia dell’Inter al termine di quel famoso Inter-Barcellona 3-1, l’orgoglio del tifoso nerazzurro è rimasto ferito, e la sua partenza è parsa ai più la giusta conseguenza del suo gesto. Quanto manca però, uno come Mario Balotelli? Non poco. Difficile da gestire, ma sempre in grado di decidere le partite da solo, come i grandi campioni. E adesso, con l’addio di Samuel Eto’o della scorsa estate, non potrebbe che giovare alla causa nerazzurra. E il timore di vederlo con la maglia rossonera tra non molto, serpeggia già da tempo, anche tra gli addetti ai lavori: “Se dovesse andare al Milan? Sono cose che capitano”; queste le parole dell’amministratore delegato dell’Inter Ernesto Paolillo, già pronto all’idea di vedere Supermario con quella maglia. E a quel punto, i rimpianti per aver visto volare via un talento come lui, potrebbero aumentare a dismisura.

Impostazioni privacy