Eto’o: quando i soldi non fanno la felicità

I soldi non fanno la felicità, ma spesso aiutano a trovarla. La stragrande maggioranza dei comuni mortali la pensa così. Altri ritengono che siano essenziali per vivere con tutti i comfort del caso. Ma quando si parla di un calciatore, qual è la realtà?

Samuel Eto’o, all’Inter, guadagnava circa 12 milioni di euro l’anno. Mica male per un ragazzo che ha avuto nella sua vita la fortuna di vincere tre Champions League da vero protagonista. Quest’estate, però, i russi dell’Anzhi gli hanno offerto 63milioni di euro in tre anni, cioè 21 milioni di euro a stagione. Cifre stratosferiche (alcuni club di Serie A spendono di budget 9 milioni all’anno per tutta la prima squadra) per un ragazzo alla soglia dei trent’anni che al calcio, quello vero, può dare ancora molto. Eto’o va via dall’Inter. Offre il suo contributo alla sua nuova squadra da vero professionista ma l’Anzhi non è l’Inter e le possibilità  di vittoria, per il momento sono pari a zero.

Domenica l’ultimo atto: sonora sconfitta casalinga per 5-3 contro il CSKA Mosca e ritardo dallo Zenit capolista di 15 punti. I sogni di gloria finiscono qui. Un “Re Leone” in gabbia Samuel Eto’o, costretto in una squadra modesta che difficilmente lo porterà a vincere qualcosa. L’ex numero 9 nerazzurro, di questo passo, potrebbe stancarsi presto dell’ambiente russo ma vederlo a Milano a gennaio è comunque difficile.

Un’ipotesi di mercato fantasiosa. Il ragazzo è prigioniero del suo contratto e, stando alle dichiarazioni delle passate settimane del club russo, Eto’o, nel corso della pausa invernale del campionato, non andrà da nessuna parte. Vista la condizione attuale dell’Inter, l’attaccante del Camerun avrebbe fatto molto comodo a Claudio Ranieri che avrebbe avuto, in  casa, la spalla ideale per il “Pazzo”. La sua velocità, il suo essere uomo squadra e trascinatore poteva far comodo in questo momento delicato. L’Inter non è ancora guarita dai mali di inizio stagione; Eto’o, a sua volta, sembra soffrire il rigido clima russo di Makhachkala. Insomma, pur affogando fra i rubli, il “Re Leone” ha perso la felicità.

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