All’Inter il derby Primavera

L’Inter si aggiudica la prima stracittadina stagionale a livello giovanile al termine di una partita per larghi tratti nervosa e poco spettacolare, decisa da una rete di Daniel Bessa a metà del secondo tempo.

Al “Comunale” di Bresso Stramaccioni presenta l’undici nerazzurro col classico modulo 4-2-3-1 con Faraoni a destra in difesa, Crisetig e Benassi in mediana ed il trio Forte, Candido, Bessa alle spalle dell’unica punta Longo. Risponde il tecnico milanista Dolcetti rispolverando il gioiellino Mattia Valoti sulla trequarti a supporto di altri due figli d’arte come Ganz e Comi.

Primo tempo avaro di occasioni da gol nel quale però l’Inter ha il predominio territoriale. Si segnalano soltanto al 15′ minuto l’infortunio del rossonero Valoti, costretto ad uscire in barella, e un bel destro dal limite di Faraoni sventato dal portiere del Milan Piscitelli.

La ripresa inizia sulla falsariga dei precedenti quarantacinque minuti, fino al 66′: Faraoni con un lancio lungo imbecca Longo che, appena entrato nell’area di rigore rossonera, lascia partire un preciso destro sul quale Piscitelli riesce solo a respingere, il pallone carambola al limite e Bessa di piatto infila all’angolino rendendo vano l’estremo tentativo del numero uno rossonero. Il Milan è alle corde e nell’arco di dieci minuti l’Inter sfiora il raddoppio prima con lo stesso Bessa e poi due volte con Longo. Le occasioni sprecate nel momento di massima difficoltà degli avversari non permettono alla squadra di Stramaccioni di rifiatare, ma i rossoneri non riescono a impensierire l’attenta retroguardia nerazzurra e nell’unica vera occasione da rete (una girata dagli undici metri del neoentrato Petagna nel primo minuto di recupero) è bravo il portiere Tornaghi a respingere il pericolo.

Dopo altri tre minuti di extratime l’arbitro Maresca di Napoli decreta la fine delle ostilità in un derby vinto con ampio merito dai ragazzi nerazzurri, capaci di mettere in campo quel mix di organizzazione e qualità marchio di fabbrica del loro mister.

Gennaro De Stefano

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