Situazione infortuni: allarme a centrocampo

La prova dell’Inter contro il Bologna ha dato sicuramente nuova linfa a una squadra che aveva bisogno proprio della vittoria per ricominciare a pensare in grande. Adesso però “l’aggiustatore” Ranieri è atteso da una prova importantissima: la trasferta a Mosca contro il Cska. Dopo la sconfitta interna con il Trabzonspor, l’Inter non può fallire, ma i problemi non mancano.

A centrocampo si moltiplicano i dubbi a causa degli infortuni. Prima di tutto Sneijder, che sarà sottoposto a nuovi esami mercoledì per capire la reale entità dell’infortunio (si parla di un mese di stop). Sicuramente, come confermato da Ranieri a fine gara, non sarà disponibile né per Mosca né contro il Napoli.

Anche Obi è a forte rischio, visto che ieri ha risentito di un problema muscolare. E Stankovic? Sembrava si stesse riprendendo in tempo per la Champions, ma lo staff medico predica cautela. Stesso discorso anche per Maicon e Thiago Motta, che stanno recuperando ma non sono ancora pronti.

Altro non arruolabile per la campagna moscovita è Muntari: in questo caso però i problemi non sono legati alla condizione fisica ma al mancato inserimento del ghanese nella lista Champions.

Ieri si è rivisto Coutinho, un altro che era stato dimenticato e non ha affatto deluso. Ha giocato in una posizione per lui inedita, da esterno destro, e ha mostrato grande voglia e impegno. La generosità non gli è certo mancata e, se dovesse trovare la continuità che finora gli è mancata, potrebbe diventare un’arma in più in mezzo al campo.

A questo punto il quadro è chiaro: Ranieri dovrà inventarsi qualcosa in mediana, dato che gli unici arruolabili sono Zanetti e Cambiasso. Probabile un rientro da titolare per Alvarez, uno dei nuovi acquisti che ancora deve esprimere il suo potenziale. E spazio anche a Coutinho, che così avrà una chance importante per confermare quanto di buono ha fatto vedere in terra emiliana.

L’auspicio è che il nuovo mister nerazzurro sia capace di “aggiustare” ancora la squadra, dimostrando una volta di più che non è il modulo che conta ma l’uso appropriato dei giocatori.

 Giampiero Vilardi

 

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