Sneijder, croce e delizia per Gasperini

C’è una domanda che da sempre divide i tifosi al bar e gli allenatori nelle riunioni tecniche: “é il campione che deve mettersi al servizio della squadra o la squadra che deve mettersi al servizio del campione?”. Probabilmente Gasperini fa parte di quelli che privilegiano il gruppo, anche perchè non ha mai avuto l’occasione di allenare dei veri fuoriclasse prima di approdare all’Inter. A Genova ha avuto a disposizione Milito, un fenomeno che però sembrava nato apposta per giocare punta centrale nel suo 3-4-3.

Ora invece deve decidere se adattarsi alle caratteristiche di Sneijder, punta di diamante dell’Inter dopo l’addio di Eto’o, o se proseguire con il 3-4-3.  Nelle amichevoli estive il tecnico ha provato varie volte a schierare l’olandese come centrale di centrocampo e le sue prestazioni non sono state negative ma si percepiva chiaramente la sua voglia di lanciarsi in avanti con la conseguenza di lasciare, in alcune occasioni, scoperto il reparto arretrato. Per tutti questi motivi si era paventato un possibile passaggio di Sneijder prima allo United e poi al City.

Si potrebbe immaginare anche un’Inter schierata con il 3-4-1-2, modulo che rappresenterebbe il giusto compromesso tra le idee tattiche del mister, su tutte la difesa a tre, e le caratteristiche dell’olandese. Una delle controindicazioni di questa soluzione sarebbe l’impossibilità di schierare contemporaneamente PazziniForlan e Zarate (senza dimenticare Milito). Si assisterebbe a un ballottaggio continuo in campionato tra Pazzini, Milito e Zarate per il ruolo di spalla di Forlan (si presume infatti che l’uruguaiano verrà schierato sempre titolare visto che non potrà giocare in Champions League). La concorrenza però non deve essere un problema in una grande squadra, perché sono proprio le tante alternative possibili a segnare la differenza tra una “big” e una provinciale. Con il Palermo avremo le prime risposte.

 

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