Per 60 minuti l’Inter non va, ecco la gara ai raggi x

Inter col cuore, ma anche senza testa. Roma caparbia, poi arrendevole. Ecco l’estrema sintesi del posticipo domenicale.

Brozovic cambia tutto, ecco come è andata Inter-Roma

La Gazzetta dello Sport fa l’analisi ai raggi x di Inter-Roma. Spalletti temeva la pressione della Roma. Di più, di fatto sapeva già dell’arma del pressing, avendolo anticipato alla vigilia della sfida di ieri sera. E forse è anche per questo che sorprende un po’ che l’Inter, di fatto, non sia riuscita a trovare per un po’ le contromisure all’ultrapressing della Roma, la mossa con cui Di Francesco ha impedito a lungo ai nerazzurri di impostare, pensare, ragionare.
In buona sostanza di giocare come avrebbe voluto per almeno 60 minuti, finché le forze e la freschezza atletica hanno
permesso ai giallorossi di giocare corti, in appena venti metri. Poi la partita si è capovolta e l’Inter ha di fatto stretto d’assedio la Roma, trovando nel finale il meritato pareggio.

Resta però quel primo tempo e i primi quindici minuti della ripresa in cui l’Inter ha faticato da morire a produrre gioco proprio a causa della pressione altissima portata dei giallorossi. Del resto, questo aspetto e il fatto di giocare corti (a tratti cortissimi, alla fine la lunghezza della squadra sarà di 28,9 metri contro i 41,6 dell’Inter) e aggressivi
è una delle caratteristiche basilari del Dna del gioco giallorosso. Persa per strada nell’ultimo mese, è vero, ritrovata
per 60 minuti ieri sera a San Siro.
L’obiettivo, ovviamente, era il recupero della palla nella metà campo avversaria (66 quelle recuperate dai giallorossi contro le 72 dell’Inter), per prendere di sorpresa gli avversari e sfruttare in verticale eventuali sbilanciamenti difensivi.
Anche se poi sull’atteggiamento del recupero palla dei giallorossi (medio, a 39,4 metri di campo contro i 33,4 dell’Inter) ha sicuramente influito quell’ultima mezzora in cui la Roma è stata schiacciata nella propria area.

Con l’ultrapressing Cancelo aveva solo due possibilità: o giocare palla lunga sulle punte (spesso, però troppo piatte) o appoggiare sul mediano in aiuto (Vecino) sul quale però arrivava immediata la pressione della mezzala
di riferimento, nello specifico Gerson. La Roma per un’ora ha lavorato così e il giochino ha funzionato, impedendo di fatto all’Inter di poter ragionare e impostare la manovra. Tanto che Nainggolan alla fine ha recuperato ben 9 palloni, superato in assoluto solo dai 10 recuperi difensivi di Skriniar e dagli 11 di Kolarov.

Spalletti con l’inserimento di Brozovic ha sistemato le cose anche nell’uscita dal pressing giallorosso, perché a palleggiare basso vicino a Vecino ci è andato Borja Valero (62 passaggi positivi, il migliore tra le fila nerazzurre), che
ha sicuramente più abitudine di Gagliardini (44% di errori: dieci palle perse e 8 passaggi negativi sui 41 palloni giocati) alla gestione dei palloni sporchi.
E lì l’Inter ha ritrovato più equilibrio e capacità di uscire dalla morsa giallorossa.

Impostazioni privacy