Borja Valero: “Tutte le mattine qui ad Appiano Gentile per lavorare, lavorare fra virgolette perché è la nostra passione”

Un viaggio nerazzurro per scoprire curiosità, sogni e hobby di Borja Valero. E’ questa la missione del format Drive Inter. Il centrocampista nerazzurri, si è raccontato alla guida di un auto.

LE PAROLE DI BORJA

“Appena sono arrivato all’Inter ho incontrato Sala nello spogliatoio  ha detto delle belle cose. Il mio nome? Non credo che abbia una traduzione, piaceva a mia mamma. Ci sono dei suoni che voi in italiano non pronunciate. Doppio cognome (Valero Iglesias)? Uno del padre, uno della madre. Voi in Italia fate un po’ casino. Iglesias? Non è la mia musica preferita, ma ogni tanto ci sta. Sono negato per la musica, non canto nemmeno sotto la doccia. Spagna e Italia si assomigliano abbastanza. Clima, cibo. Il cambio non è stato così grande quando mi sono trasferito. Mi piace il modo che avete di fare il risotto, in Spagna è un po’ diverso. La paella è il mio piatto preferito. Il clima più o meno è uguale. Io sono più per l’estate, patisco abbastanza l’inverno. Anche in macchina mi piace coprirmi, ho sempre freddo”

Mi piace il golf. L’ho praticato in tutte le città in cui sono stato. I tifosi della Fiorentina. Una delle gioie che uno ha come professionista è vedere la gente sotto casa tua che vuole che resti. Che vuole dirti che comunque vada saranno dalla tua parte. Che credono in te come persona, per me è una grandissima soddisfazione. I social li utilizzo. Ci sono momenti in cui è come se non esistessero. Ogni tanto mi piace utilizzarli”.

“Mia moglie è sportivaE’ più malata di me di calcio. Le piace tantissimo, ha giocato anche lei. Le piace da morire. Lo vive con tensione, a volte anche troppo. Le piace, esulta quando si vince ed è triste quando si perde. Io paziente? Molto. Lei si arrabbia perché lo sono troppo. Lei più attiva, vuole sempre avere da fare. Io sono rilassato. Mi piace fare i puzzle, lei non ha pazienza per farli. Mi piace leggere. La mia passione. Mi piace leggere tantissimo. Libro preferito? La festa del caprone di Vargas Llosa. Soci osi allena in casa, io meno di sicuro. Se non fosse il mio mestiere non farei così tanta fatica come fa lei. Si allena per fare gare e maratone. Se le gode, le piace e io sono contento per lei”.

La Liga? Mi piace seguirla, è dove sono cresciuto. Anche se in campo sono un’altra persona, mi agito molto di più. Provo sempre a fare le cose con metodologia. Il primo gol è stata una grande emozione per uno che non li fa spesso. Guardarlo bene perché può essere che sia l’ultimo. Scherzo. Non è una dote che ho. Noi calciatori non siamo niente di speciale, le persone importanti sono altre: dottori che studiano per salvare vite. Credo che dovrebbe essere cosìVeniamo tutte le mattine qui ad Appiano Gentile per lavorare, lavorare fra virgolette perché facciamo della nostra passione il nostro lavoro”. 

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