GdS – Santon, il miracolato di Spalletti

Dopo averlo visto partire titolare in tanti hanno dimenticato i tre no ricevuti nell’estate 2016 da Davide Santon. Non top club a livello di Real Madrid e Barcellona come Sunderland, Newcastle e poi un Napoli poco convinto e scottato dal caso Zuniga. Domenica l’ex bimbo prodigio si ha ripreso la sua fascia nell’Inter, ennesimo capolavoro di Luciano Spalletti che riesce ad entrare nella mente dei giocatori.

Santon, il miracolato di Luciano

Davide Santon appare tra i titolari contro l’Atalanta. In tanti leggono e rileggono la formazione e ciò che vedono è la realtà. L’ex bimbo prodigio lanciato da José Mourinho ritorna tra gli undici iniziali proprio quando in tanti vedevano Dalbert favorito su Nagatomo.

La Gazzetta dello Sport scrive che la trama è degna di uno sceneggiatore geniale. Davide tira i primi
calci a un pallone a 2 anni seguendo il padre Mirco, bomber del Bosco Mesola, squadra del suo paese nel Ferrarese. A 9 anni è a Ravenna, dove lavorava Claudio Pea, già in orbita dell’Inter, di cui allenerà la Primavera.
Santon inizia da centravanti per l’altezza, ma poi sfonda come esterno di centrocampo. A 14 anni lascia casa, l’impatto con Milano non è facile ma lui va di fretta, salta qualche casella e dagli Allievi balza in prima squadra. Nell’estate 2008 tale José Mourinho se lo porta dietro nella tournée americana.
Qui il ritmo del film diventa incalzante.

Nel gennaio 2009 esordisce in Coppa Italia contro la Roma,subito dopo in campionato con la Samp e a febbraio il doppio duello Champions contro l’idolo Cristiano Ronaldo. L’Inter viene eliminata  ma l’appuntamento con la storia è fissato per la stagione seguente, ma Davide è ormai un caso nazionale.
Tanto che Marcello Lippi lo fa esordire in azzurro contro l’Irlanda del Nord, a Pisa, nel giugno 2009. Gli sembra di vivere un sogno, ma il destino lo attende beffardo in novembre nello stadio Barthel, in Lussemburgo. Davide sta già accusando una crisi di rigetto. Di botto la pressione, la maledetta pressione, si presenta nel giardino di casa, a San Siro. A Marassi in autunno perde un pallone che regala la vittoria alla Samp, mentre poco dopo Mou lo manda in campo sul 4-­0 in un Inter­-Palermo.

Lui non c’è con la testa, va in tilt e lascia San Siro piangendo dopo un assurdo 5-­3. Le vere lacrime sono però quelle del 17 novembre. In Lussemburgo l’Under 21 si gioca le ultime speranze per Europeo e Olimpiade, al 44’ il ginocchio destro fa crack ma lui gioca anche il secondo tempo. La vita calcistica sembra dar una seconda chance con l’infortunio, gravissimo, di Chivu contro il Chievo ma Davide per dare una mano forza il recupero. Il ginocchio da quel giorno richiede una manutenzione particolare.
Quella che dopo le esperienze a Cesena e Newcastle (dove conosce Chloe, che nel 2013 gli regalerà
la splendida Sienna), lo riporta all’Inter con alterne fortune.
Nell’estate 2016 non supera le visite mediche con Sunderland (ma c’è anche un problema contrattuale), Napoli (scottato dal caso Zuniga, De Laurentiis fa retromarcia) e Newcastle.

Poi arriva il tecnico di Certaldo, capace di risollevare ambiente e squadra e lasciar lavorare tranquillamente Santon, nonostante l’ennesimo stop al polpaccio il terzino lavora sodo, suda e con grinta si riprende l’Inter, ennesimo capolavoro di Spalletti e di una storia che domenica ha scritto un capitolo fiabesco.

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