Antonello (A.d. nerazzurro): “Quella con l’Atalanta sarà una gara delicata”

Antonello, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato ai microfoni dell’Eco di Bergamo della delicata sfida che vedrà i nerazzurri affrontare l’Atalanta a San Siro.

UN PERSONALISSIMO “DERBY”

Antonello ha cominciato l’intervista premettendo: “Per me sarà una gara speciale, visto che sono originario di BergamoAbito sul viale, proprio sotto le Mura. Quando mi sveglio, mi riempio la vista di Città Alta. E il legame con Bergamo, sia personale che di tutta la mia famiglia, è indelebile. Ma sono interista fin da bambino. Il mio cuore sempre nerazzurro è, ma dal lato milanese. Ci tengo a ribadirlo”.

E allora, già che c’è, non potrebbe anche fare il tifo per l’Atalanta? 
“Ribadisco, sono interista fin da bambino. Avevo 6 anni quando Fabrizio, che ne aveva 12, mi portò, con un amico di famiglia, a San Siro per la prima volta. Troppo interista tutto il mio “entourage” di allora perché non lo diventassi anche io per osmosi”.

Però Bergamo è una città democratica, in tema di calcio. Per molti, “c’è solo l’Atalanta”. Non teme di passare per traditore? 
“Traditore, nello sport, è un epiteto non si dovrebbe neanche pensare. La mia cultura, che deriva dai tempi dell’agonismo praticato in piscina, non contempla prese di posizione e comportamenti estremi”.

Ma Inter-Atalanta per lei non potrà essere una partita normale, no?
“Il mio cuore sempre nerazzurro è, ma dal lato milanese. Ci tengo a ribadirlo. Per quanto io possa amare la mia città natale, la mia passione sportiva è sempre stata l’Inter“.

Normale, altrimenti la proprietà cinese dell’Inter la sostituisce in un quarto d’ora, sbaglio? 
Suning Holding Group, la proprietà cinese, mi conosce bene. Mica sono stato paracadutato per caso a fare l’amministratore delegato. Quando è stato preso Spalletti, ero già direttore operativo da tempo”.

Insomma lei rivendica la sua interistità, se così può dirsi. 
“Negli anni settanta, quando il Meazza era suddiviso in Distinti e Popolari, io c’ero. Era l’Inter casereccia di Ivanoe Fraizzoli e di Giacinto Facchetti, un mix di vecchie glorie della grande Inter e di nuove leve “operaie””.

Però la Grande Inter di Domenghini, Mazzola e Corso, quella non può ricordarsela. 
“No, ma ovviamente ne conosco la leggendaria storia. Per me è stato un piacere e un onore presenziare di recente all’inaugurazione di un piazzale intitolato a Helenio Herrera. Fiero d’essere andato io in qualità di rappresentante  dell’Inter“.

Dicevamo del suo derby personale: domenica ci risiamo.
“Stavolta poi, dopo il 7-1 dell’anno scorso… Chissà come saranno avvelenati quelli dell’Atalanta. Noi vincemmo con ampio margine. Ma fu un episodio isolato, la Dea è sempre stata un avversario molto ostico”.

Di Inter Atalanta ne avrà visti tanti, tuttavia sia la partita del marzo passato sia questa sono diverse dalle precedenti. Una volta l’Atalanta veniva a San Siro come la parente povera
“Esatto, ma ora non più. Gasperini ha dato la svolta, col suo gioco frizzante. Oggi l’Atalanta è una squadra molto temibile. Se non l’affronti tenendo altissima la concentrazione, rischi di perdere. E in questo momento per l’Inter non vincere significherebbe, probabilmente, perdere il contatto con la vetta della classifica, data l’esigua differenza fra le prime della classe”.

E quindi che partita s’aspetta?
“Immagino che per noi sarà una brutta gatta da pelare. Gasperini è pure un ex, farà tesoro dell’ultima disfatta per cercare di farci uno scherzetto. Sicuramente non ci sarà un altro 7-1″.

Massimo Moratti è ancora presente?
“Certamente. Ci è continuamente vicino, dall’alto della sua esperienza, non fa mancare consigli, che noi ascoltiamo e spesso mettiamo in pratica volentieri”.

Delle tante Inter di Moratti quali le sono più care?
“Sarebbe facile rispondere quella del Triplete. Ma io ho amato l’Inter dei tedeschi, da Klinsmann a Rumenigge, da Matthaus a Brehme. Il Triplete, si sa, fu un trionfo”.

A proposito, agli interisti è passata l’infatuazione per Mourinho?
“Come si può dimenticarlo? Mou è un grande personaggio. Se posso, una sua partita, sulla panchina dello United, la guardo volentieri in tv. Ci ha regalato la pagina più indelebile della nostra storia, la gratitudine non finirà mai”.

Per quanto riguarda la Nazionale invece, la proprietà cinese dell’Inter come ha preso il flop degli azzurri?
“A titolo personale, parlerei di rammarico. M’iscrivo al partito che ritiene possibile sfruttare questa malaugurata mancata qualificazione ai prossimi Mondiali per modificare alcune situazioni controproducenti. Valorizzando i vivai, per esempio”.

L’Inter, da questo punto di vista, non fornisce un grande contributo, con tutti gli stranieri che ha…
“Il calcio giovanile per l’Inter è una priorità. Nella scorsa stagione, abbiamo fatto quattro finali vincendone tre, più una Supercoppa. Mi pare che sia un apporto maggiore rispetto a tante altre società”. 

Ma una promessa come Pinamonti quando gioca, se ha davanti Icardi?
Pinamonti fa ormai parte in pianta stabile della prima rosa. E vivere a stretto contatto con un campione come Icardi non gli può far male. C’è un tempo per ogni cosa, verrà anche il suo momento”. 

Intanto l’Inter i giovani li porta via alle altre squadre. Gagliardini per esempio.
“Quella con l’Atalanta fu la prima operazione importante di Suning. Il gruppo cinese stima molto la società bergamasca e con i Percassi si è creato un bel feeling. L’Atalanta è un modello, la dimostrazione pratica di come si possa fare calcio importante in una città minore. Minore come bacino d’utenza intendo”.

Tuttavia Gagliardini, dopo un inizio sfavillante, si è un po’ involuto.
“Succede, ma sta tornando ora ai suoi livelli. Spalletti lo considera una pedina fondamentale per il centrocampo. Gagliardini ha saltato le vacanze, fra convocazioni varie. Deve solo recuperare la piena condizione fisica”.

Davvero l’Inter punta allo scudetto?
“La nostra missione è centrare la Champions, dunque arrivare nei primi quattro. Tutto ciò che arriva in più, è bene accetto, ma noi dobbiamo “solamente” arrivare tra le prime 4″.

Fonte immagine in evidenza: Screen conferenza

 

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