Vent’anni fa ci lasciava Helenio Herrera, tecnico della Grande Inter del biennio 1964-1965. Tuttosport ripercorre la carriera e la vita del “Mago”.
HELENIO HERRERA, L’ALLENATTORE NERAZZURRO
Vent’anni fa, a Venezia, moriva Helenio Herrera. Gli allenatori, allora, erano già diventati protagonisti agli occhi dei media. Tutte le squadre da lui allenate contenevano il suo nome. “L’Inter di Herrera” è solo un esempio. Ma dopo il 9 novembre 1997, tutti devono dire grazie al Mago della Grande Inter. E’ stato il prototipo dell’allenatore moderno. Non solo tecnico, ma anche psicologo, manager, uomo mediatico, abile non solo con gli schemi ma anche nel lanciare i segnali più disparati, dall’abbigliamento al look. La svolta è arrivata grazie ai bigliettini e alla sua sete di vittoria e di mantenere alta la concentrazione. Dopo la Coppa Intercontinentale conquistata nel 1965 contro l’Independiente, nessuno spazio per i festeggiamenti: bisognava pensare all’Atalanta. Fissò l’allenamento sabato mattina, con l’arrivo dell’aereo previsto venerdì sera. I giocatori si presentarono di pomeriggio. A Capodanno, non lasciò festeggiare i suoi, nonostante il suo relax a Campione d’Italia.
Ora, ogni allenatore ha in sé questa volontà di tenere alta la concentrazione. Il più grande punto del metodo Herrera. Solo grazie a lui, sottolinea Tuttosport, esiste Josè Mourinho. Non ci sarebbero allenatori più pagati dei calciatori. Proprio lo Special One ha riportato l’Inter sul tetto d’Europa e del Mondo. Il Mago è stato uno dei primi ospiti fissi nei programmi tv. Rivendicava come sue molte intuizioni e soluzioni in campo. Ad applicarle, Armando Picchi, leader di quella Grande Inter. Il rapporto si logorò, e il capitano fu ceduto nel 1997. Ma non erano solo i calciatori a dovere molto ad Herrera, ma anche il contrario. Ma è anche vero che se, nel calcio di oggi, a fare la differenza è la tattica e la scelta dell’allenatore invece dell’estro dei ventidue in campo, molto è dipeso proprio dal Mago Nerazzurro.
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