Miranda, così non va: AAA Cercasi un partner per Skriniar

Nel primo pomeriggio di questa piovosa domenica autunnale è andato in scena l’ennesimo macabro spettacolo di Joao Miranda, giocatore tanto esperto quanto debole di testa.

 

MIRANDA VOGLIAMO DI PIU’

Ripercorriamo un attimo la carriera del brasiliano. Arrivato nell’estate del 2015 a Milano dall’Atletico Madrid dove in 4 anni è riuscito a portare a casa 1 Supercoppa Europea, una Coppa del Re, un Campionato spagnolo, riuscendo a laurearsi anche vice-campione d’Europa nel 2014. L’Inter lo preleva per una cifra pari a 14 milioni tra prestito, riscatto e bonus, pronta a fare del verdeoro il nuovo pilastro della retroguardia. In questi tre anni a Milano ha mostrato sicuramente buone cose, negarlo sarebbe scorretto. Ma già nel suo primo anno in nerazzurro, ma sopratutto lo scorso anno, ha messo in mostra anche diversi difetti. Il Miranda “ammirato” nella gestione De Boer prima e nella gestione Pioli poi è un giocatore fenomenale e insuperabile finchè la squadra gira al meglio ma che alla prima difficoltà diventa improvvisamente debole psicologicamente. Tanto, troppe le imprecisioni raccolte in queste annate. Sopratutto se si considera che si sta parlando del capitano della Nazionale brasiliana.

IL VECCHIO E IL BAMBINO

Come detto una delle caratteristiche di questo giocatore è l’incredibile fragilità psicologica che lo colpisce. Quest’anno in queste prime partite si è visto un giocatore più sicuro dei propri mezzi, almeno fino ad oggi pomeriggio, fino alla leggerezza che è costata il gol di Iago Falque. E’ lecito quindi chiedersi se questa ritrovata sicurezza non sia dovuta all’affiancamento del suo nuovo compagno di reparto Milan Skriniar. Situazione quasi paradossale se si considera che l’ex Atletico ha vinto tanto è il capitano della propria nazionale ed ha soprattutto 33 anni, ovvero 11 in più di quel ragazzo che gli fornisce tanta sicurezza. Situazioni paranormali che solo dalle parti di Appiano possono accadere. Porsi il quesito è quindi per lo meno doveroso: non sarebbe ora per l’Inter di affiancare un degno compagno a Skrinio e relegare il traballante Joao in panchina? Ai posteri l’ardua sentenza.

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