Borja Valero (2/2): “Non ho l’ossessione di vincere, ma se ci riuscissi nell’Inter…”

Borja Valero prosegue la lunga intervista sul Corriere dello Sport. Il Sindaco si racconta tra ambizioni future e una classifica che sorride all’Inter.

Borja Valero: “Devo migliorare sotto porta”

Borja Valero si racconta al Corriere dello Sport, da una media realizzativa scarsa ad una posizione preferita nel centrocampo che non esiste.

“Essere finora sempre titolare non vuol dire che l’Inter non potrà fare a meno di me. I nerazzurri son stati per anti anni senza il sottoscritto. Non saprei neanche dire la posizione in cui rendo al massimo. Con l’età uno di solito tende ad essere a proprio agio qualche metro indietro, con la palla tra i piedi ma nel derby mi sono trovato molto bene come trequartista. Idem alla Fiorentina quando ho fatto la mezzala. Segno poco, anche se un anno alla Fiorentina sono arrivato a quota 6 reti. Devo migliorare su questo”.

Presto per parlare di scudetto

“A me piace un centrocampo che gira, mi piace quando ci si mescola e si finisce in 3-4 su un lato per fare densità come accadeva nel Villareal. In questo il Napoli ha, credo, il miglior centrocampo in Serie A, il loro livello non si abbassa mai neanche con 1-2 cambi. Alla nona giornata è presto per parlare di scudetto ma le partite importanti sono utili per misurarsi e per farti capire dove si può arrivare. Due mesi fa non c’era grande fiducia in noi e speriamo che passo dopo passo la strada imboccata sia quella giusta”.

Firmerei per…

“Firmerei per riportare l’Inter in Champions. Come, lo vedremo alla fine. La Juve non è in flessione ma contro i bianconeri tutti giocano sempre oltre il massimo. Qualche passo falso ci sta. La squadra di Sarri gioca da più tempo insieme, ha acquisito maturità e i risultati le danno ragione. Ma non sono imbattibili, certo mancasse Insigne sarebbe meglio per noi ma è bello sfidare i migliori giocatori perché se vinci, le vittorie son più speciali”.

Inter

“Come qualità l’Inter è davvero forte e vedendola da dentro è difficile capire come mai in questi anni non ha mai ottenuto grandi risultati. Al minimo problema la critica ti mette in croce, come accade ora a Montella, ma lui resta un bravo allenatore che farà bene. Quando ti chiama l’Inter è una società a cui non puoi dir di no, non sono arrivato qui con l’ossessione di vincere ma se ci riuscissi sarebbe bellissimo”.

Firenze e i cinque anni alla Fiorentina

“A mente fredda l’addio dopo cinque anni era l’unica cosa possibile perché si erano create situazioni per cui io dovessi andare via. O andavo…o andavo. Ma il legame con Firenze resterà per sempre, quando posso torno in città a salutare gli amici”.

Nazionale

“Mi piace pensare che nei miei anni migliori abbiamo avuto una Spagna fortissima, peccato non farne parte perché mi sarebbe piaciuto moltissimo. Con la Catalogna ora la Spagna vive un momento difficile, speriamo in una situazione di buon senso”.

 

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