Spalletti, ci vuole più coraggio: cosa non ha funzionato nell’Inter di Bologna

L’alba del giorno dopo porta con sè tutte le scorie di una partita iniziata male, proseguita peggio, ma che con un po’ più di decisione si poteva interamente portare a casa.

JOAO MARIO E CANDREVA SOTTOTONO

Minuto 1. Candreva va via sulla fascia, mette al centro per Joao Mario, che cicca però clamorosamente il pallone sotto porta. Questo lo score dei due peggiori in campo in maglia Inter: il portoghese non vince un contrasto che sia uno, zero cattiveria ed è proprio quella l’arma che servirebbe in partite sporche come quelle di ieri. Inoltre non sembra tranquillo, grosso “campanellino” d’allarme per Spalletti. L’ala italiana, invece, al minuto 1 ha messo il primo dei soli due cross realizzati (su 19 tentativi!), segno di poca convinzione nei propri mezzi e poca propensione nello sfruttare le possibili chances (vedi voce corner). Per i prossimi match, il tecnico toscano non può fare a meno di considerare queste prestazioni e, perché no, magari, dare la possibilità anche ad altri di poter dire la loro da titolari per una volta.

EDER, BROZOVIC, KARAMOH: SE NON ORA, QUANDO?

Nell’Inter del secondo tempo, anche senza creare occasioni pericolosi, c’era più verve in avanti: l’ingresso di Eder al posto di Joao Mario stava dando i suoi frutti. L’italo-brasiliano, ragazzo generoso sì, ma di tecnica non eccelsa, ha sparigliato un po’ le carte, ma da solo non poteva di certo cambiare l’inerzia di una partita che, minuto dopo minuto, sembrava propendere sempre più verso una direzione. Tardivo, forse, l’ingresso di Brozovic, l’unico tra i centrocampisti in rosa (quando in giornata!), a poter inventare qualcosa davanti di pericoloso con inserimenti o tiri. Negli ultimi minuti, raggiunto il pareggio, mi aspettavo la mano di Spalletti che, però, non si è vista. Siamo 1 a 1 senza alcun merito, l’inerzia della partita è decisamente cambiata: perchè non azzannare gli avversari con l’unico innesto giovane che riesce a cambiare passo, Karamoh? Qui è forse mancato un po’ di coraggio a Spalletti, accontentatosi di un pareggio che, visto l’andamento dell’incontro, poteva essere tranquillamente una sconfitta.

Guai a essere allarmisti, ma i primi sintomi di un’Inter poco brillante li avevamo avuti già contro Spal e Crotone. Perché non fare un discreto turnover? Le riserve sono così lontane dal livello dei titolari? Forse, ma a tal punto gli errori non sarebbero più amputabili all’allenatore e, soprattutto, non risolvibili a breve. 

Le dichiarazioni post-partita di Spalletti sono da allenatore da Inter, sta a lui confermare sul campo, d’ora in avanti, come alle parole seguano i fatti. Solo così potrà tornare una grande Inter, solo così potremo tornare, finalmente, in Champions League. Perché, non dimentichiamolo, il nostro obiettivo era, e resta, questo.

 

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