RILEGGI LIVE – Spalletti: “La società ha fatto un gran lavoro per tenere Perisic. Domani gioca Gagliardini”

L’Inter proverà a dare continuità ai risultati, dopo un buon inizio di campionato che ha visto i nerazzurri battere Fiorentina e Roma. Alla vigilia della partita con la Spal, con un Meazza che si preannuncia pienissimo, Luciano Spalletti incontrerà i giornalisti in conferenza alle ore 15.00.

LE PAROLE DI SPALLETTI A INTER CHANNEL

Lo spogliatoio sente l’importanza della maglia in tutte le partite?
“Per quello che ho visto è un po’ tutta la settimana che ci raccomandiamo di non cadere nella tentazione di pensare che sia una partita facile, perché rischieremmo di rimanerci male. Abbiamo la testa nella partita da giorni. Dobbiamo ricordargli che se domani saranno in 60mila bisogna riuscire a farsi apprezzare, le persone hanno creato questa fiducia nei nostri confronti. Verranno in tanti, dobbiamo stare attenti a non deluderli”.

Come si riesce a dare continuità al gioco?
“I giocatori hanno iniziato nella maniera giusta, stanno facendo quello che gli chiediamo. Hanno fatto vedere interesse per il lavoro, ci siamo dati degli obiettivi, per poi fare poi una scorciatoia. Se noi vogliamo tornare a salire sugli aerei che portano in giro per l’Europa il check-in lo dobbiamo fare in queste partite qui, bisogna prendere partite dell’anno scorso che sulla carta sembravano abbordabili e poi siamo tornati a casa non facendo il massimo. Possiamo tornare a far parte di quelli che hanno rappresentato e fatto la storia dell’Inter. Se domani ce ne sono 60mila il merito è di José Mourinho, Materazzi, Ibrahimovic, Vieri, Ronaldo. Ne ho potuto apprezzare le doti. Domani sarò lì a imparare a conoscerci meglio, da questa partita ci sarà una conoscenza più approfondita del nostro campionato”.

Vecino dove può giocare?
“Ora si pensa solo alla partita, in settimana abbiamo parlato anche troppo, ma questo fatto dell’avere un centrocampo che ruota e che crea sempre questa difficoltà di posizionamento diventa una qualità importantissima della squadra, son tutti trequartista, tutti mediani, siamo tuttocampisti”.

Partite dopo le soste?
“Niente alibi, chi va in nazionale ha qualcosa in più e deve farcelo vedere e darci questo aiuto, devono dare un contributo superiore”.

SPALLETTI AI GIORNALISTI

Preparazione complicata visto i Nazionali. Ha recuperato il tempo perso?
“Non è stata complicata, non si tratta di arrivare un giorno e dover creare i presupposti di squadra. Il lavoro viene fatto da quando ci siamo conosciuti, tutti i giorni si porta avanti un discorso collaborativo per diventare squadra forte. Il fatto che vadano in Nazionale è solo un qualcosa in più per rendersi conto di ciò che hanno a disposizione. Loro devono darci il contributo da Nazionali, devono farlo vedere nonostante l’assenza di allenamenti. La rifinitura è durata due-tre giorni e l’abbiamo usata per entrare nella partita subito con la testa. Senza dimenticare la scuola di Coverciano, ambiente di ritrovo”.

E’ un caso se un quarto di A abbia un tecnico toscano? Ha sentito Sermplici?
“Non l’ho sentito ma mi complimento per quello che ha creato, ma anche a Gazzoli, Bagnati, Colombarini, Mattioli, a quelli che hanno portato la squadra in A dove mancava da quando ero piccolo e raccoglievo figurine. In Toscana si ha qualche vantaggio, è la terra dei campanili, dei rioni, del palio, si finisce a sfidarsi a pochi metri di distanza. C’è la possibilità di fare più gavetta con le tantissime squadre che ci sono, si finisce poi per vivere a panee strategie, è un campanilismo continuo”.

L’Inter quando ha vinto ha sempre avuto in panchina un uomo forte. Ti riconosci in questa figura?
“Nel calcio c’è una legge, quelli presuntuosi vengono sempre puniti e di conseguenza qui nessuno ha la presunzione di essere più bravo. Qui c’è una società che lavora in modo corretto, moltissime persone lavorano qui e ci mettono in condizione di sviluppare il nostro meglio. Ho collaboratori che sono la mia estensione, sono i miei occhi dietro, le mie sette-otto braccia e per me è tutto facilitato. Mi fa piacere che tu abbia citato Mourinho, è uno di quelli che ha determinato il fatto che domani ci saranno 60 mila persone. Andremo a fare uno spettacolo davanti a un pubblico su cui non abbiamo messo mano, è un’occasione per dimostrare di poter far parte di quell’Inter che ha vinto. Quando per tutta la settimana allerti i giocatori sulla pericolosità della partita e pensi a quello che dir loro, pensi al motivo per cui la Spal dovrebbe essere più motivata di noi. Forse perché siamo l’Inter e ne abbiamo 60 mila, mentre loro 2 mila. Ma non abbiamo messo mano a questo, i tifosi vengono a esprimere la loro fiducia che dobbiamo ripagare. Il merito è di Moratti, di Mourinho, di Zenga, Burgnich, Facchetti, Cambiasso, Eto’o, Ronaldo, Bergomi, Materazzi, Ibrahimovic, Milito… Il merito è loro.  Qualche calciatori individualmente ha fatto bene, ma noi dobbiamo lasciare una traccia, nessuno si ricorderà i contrasti vinti da Gagliardini eppure avrà portato a casa più contrasti di tutti. Se non c’è quello che vince il contrasto non c’è neanche quello che fa gol. Domani abbiamo l’occasione per essere considerati come quei calciatori che hanno determinato la presenza di questa platea che deve crearci un po’ di emozione. Chi non si motiva da solo non sa far bene il suo lavoro”.

Quale deve essere l’obiettivo per i giocatori per non sovraccaricarli e sottostimarli?
“Secondo me l’ho già detto. Dobbiamo iniziare a ragionare come se creassimo qualcosa da cui dover andare avanti il prossimo anno e non da cui ripartire. Quali sono i punti fermi se non Icardi, Perisic, poi? La squadra? Dicono che questo è buono, quello si è pagato tanto… Bisogna creare i presupposti affinché sappiamo che squadra siamo  cosa abbiamo creato. Se poi i giocatori accettano che bisogna andare in Champions, io dico che bisogna andare un poi più in là. Poi però non si deve scendere al di sotto del massimo, come dicono i più bravi passati di qui. Se si dice che bisogna lottare per andare in Champions a me sta bene, ma bisogna lavorare tutti e fare la nostra parte. Per salire sugli aerei per l’Europa dobbiamo portare a casa questi risultati qui, l’anno scorso se ne sono portati pochi. Siamo a casa a vederle le partite”.

Perisic vero grande acquisto dell’Inter?
“La società ha fatto un buon lavoro affinché rimanesse qui, perché tutti lo stimiamo e lo riteniamo una grande persona oltre che un grande calciatore. Guardiamo prima alle persone. Può diventare un futuro capitano dell’Inter anche lui, anche se ce ne abbiamo un altro ed anche altri, di capitani ce ne vogliono di più, giocatori che hanno l’autorità di indicare qual è la squadra da percorrere. Ivan ha qualità incredibili, rimane sempre a fare allenamenti da solo la sera dopo gli allenamenti. Ne verrà fuori una persona splendida, ma deve farcelo vedere sul campo, deve fare tanti numeri, noi ce ne aspettiamo tanti. Lui è disponibile ad assumersi questa responsabilità. È completo, fa fase difensiva, fase offensiva, fa dei rientri partendo dall’area di rigore avversaria per fare 100 metri. Ci aspettiamo di vederne di più di queste cose e di avere numeri più grandi di quelli precedenti. A voi piacciono i gol, ci aspettiamo qualche gol in più allora”.

Cos’è l’Inter per lei?
“Mi sembra di non esagerare nel dire che sono uno d’azione, mi piace farle le cose, in casa, fuori. Per farle devi essere uno che ha sentimento per le cose che ti circondano. Mi piace stare a fare il mio lavoro fatto bene, poi tutto il resto, oltre alla famiglia, non è che mi piaccia chissà quanto, come la mondanità. Faccio questo con dedizione, perché sono innamorato del calcio, mi innamoro dei miei giocatori, la squadra diviene anche una mia ossessione, devo riuscire a farla lavorare. Poi devo trasferire questa voglia e ce la metto tutta”.

Ti aspettavi un inizio con due vittorie? Cosa pensi quando senti che l’Inter viene inserita nella lotta scudetto?
“Mi aspettavo che la mia squadra continuasse a fare bene a prescindere dai risultati. Io sono a posto, poi è chiaro che i risultati creano una risonanza maggiore. Ma avrei detto le stesse cose, l’essenziale è mostrare la strada dove si vuole andare. Dietro non si può modificare niente ma davanti si può creare qualcosa. Le intenzioni si possono mettere in evidenza. Poi è il vostro lavoro, ci si conosce con qualcuno di voi, tirate a creare o il fenomeno o il fallito. Se riuscite a far dire a 10 squadre che devono vincere il campionato, nove avranno fallito. Noi vorremmo parlare di calcio, e di squadra, voi di risultati e obiettivi. Vorrei sperare ci siano qualità superiori oltre all’obiettivo. L’obiettivo è come riesci a lavorare, poi se i tifosi si aspettano una cosa e i giocatori ne parlano, bisogna migliorare di 50 punti. Non me la sento di fare promesse, se volete darmi qualche notizia che possa farmi pensare… Dico solo che bisogna tentare di vincere tutte le partite. Non ci accontentiamo di niente, siamo contenti se si vince ma le intenzioni devono essere quelle. Bisogna finire in undici, l’anno scorso abbiamo avuto reazioni che disturbano la squadra. Non contanto le situazioni individuali, o si vince come squadra o se giochiamo individualmente siamo tutti annientati. Se un giocatore segna 25 gol ma la squadra è arrivata dietro, che risultato è per l’Inter? Nella bacheca dei trofei mette i gol del singolo? Se non si vince niente nello scaffale non resta niente. Non servono discorsiindividuali o creare fenomeni, bisogna fare risultati, vincere le partite per pareggiare le differenze con le prime 4 dell’anno scorso. Ci sono troppi punti di differenza, partite come quelle di domani bisogna portarle a casa. Poi può venir fuori qualsiasi risultato, ma il nostro marchio in ogni partita deve essere sempre lo stesso, bisogna timbrare la partita. Io sono convinto che domani metteremo il timbro, per restituire ai tifosi la loro fiducia”.

Quali sono le maggiori insidie nella sfida di domani? Vuole commentare l’addio al calcio di Cambiasso?
“Meno male che non gioca più così non me lo trovo più davanti. Tra qualche anno ci insegnerà qualche cosa come allenatore. Il pericolo di domani è sottovalutare la partita ma non lo faremo, loro sono tre anni che fanno numeri importantissimi, hanno un gioco super collaudato, un tecnico credibile per ciò che propone, i suoi calciatori giocano a memoria. Aveva già fatto bene nella Primavera della Fiorentina, avremo difficoltà enormi ma se le nostre intenzioni sono quelle che ci siamo detti, non ci sono scelte, dobbiamo far sì che loro in determinati momenti ci lascino lo spazio per andare di là”.

Ha sciolto il dubbio Gagliardini-Vecino?
“Gioca Gagliardini e lo sa da martedì dopo la partita di Roma”.

Giocherà per dargli un po’ di fiducia?
“Lui è un grande calciatore e ha Fatto bene, se non l’ho fatto giocare è perché in quel momento mi serviva altro. Ho fiducia nei miei calciatori. Spesso ho dato un biglietto a tutti i miei calciatori e ho chiesto loro di scrivermi la formazione. tutti temevano di scrivere male o bene di un compagno. Anche i miei ne scriveranno undici e 7-8 li lasceranno fuori. Ma quello che conta è il calciatore che accetta un ruolo non importante nella squadra ma quando gioca mostra di essere motivatissimo per dare un contributo alla squadra. Joa Mario ha fatto quello che doveva in queste partite, è stato perfetto. E’ stato fuori, poi ha cambiato la partita dando la botta del giocatore di qualità, è fresco e può dare un contributo sotto l’aspetto del fiato. Non esiste titolare o riserva, esiste la squadra che domani deve consumare l’altra ed essere più brava nell’aspettare il momento giusto. Troveremo un avversario che si farà in quattro per risolvere i problemi che noi creeremo, noi dobbiamo fare questo e qualcosa di più”.

Fonte foto: screen youtube

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