GdS – Parla Spalletti (2/3): “La forza dell’Inter è incompiuta. E su chi è andato via dico che…”

Luciano Spalletti prosegue la sua intervista a La Gazzetta dello Sport. Tra mercato con difesa corta e i saluti a chi è andato via, il tecnico di Certaldo spiega il suo approdo nel mondo nerazzurro.

SPALLETTI GAZZETTA, LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA

Luciano Spalletti prosegue l’intervista a La Gazzetta dello Sport partendo dai pochi difensori centrali.

Certo, inutile nasconderlo: ci manca un centrale di ruolo. Ma non volevano comprare tanto per fare numero, non fa parte della nostra politica. E allora ho parlato e lavorato con chi già c’era: beh, posso garantirvi che Ranocchia e D’Ambrosio sono due centrali da Inter. Non mi interessa il passato, giudico ciò che vedo io sul campo, altrimenti sarebbe tutto da buttare a priori. Siamo completi dietro:
Miranda e Skriniar sono pure veloci, anche se c’è chi li giudica lenti. Il brasiliano, in particolare, mi piace perché sa adattarsi come pochi all’avversario di turno”.

E a centrocampo manca un Nainggolan…

Ci aiuta l’intercambiabilità. Tutti sanno fare tutto. A me piace il folto che ruota molto là dietro a Icardi. In campo bisogna correre, voglio il calcio non di posizione: io vengo da te,tu vieni da me. Si lavora così, in blocco, da squadra, come fa il Napoli. A turno i nostri centrocampisti faranno il Nainggolan o il Vidal. Ho cinque ottimi giocatori per tre posti. Borja alla Pirlo è l’ideale, gli altri possono e devono fare un po’ di tutto. Sono poi affezionato di più a chi sa accettare ruoli marginali in un determinato momento. Mi piace per esempio Joao Mario, ultimamente decisivo partendo dalla
panchina. Ha mostrato un certo caratterino da leader, sa aggredire il mediano avversario, da
trequartista lo fa bene, e contro la Spal giocherà lui”.

SPALLETTI GAZZETTA, IL COMMENTO SULLE PARTENZE

Riuscirà a riportare Brozovic su certi livelli?

A proposito di folto che ruota molto, lui è uno che sta sempre intorno alla palla, non si ferma mai. Fa anche gol, sente e vede la porta. Anzi fra i centrocampisti è quello che ha più colpi nella cartuccera per
fare gol. Basta non creargli un recinto”.

Giusto lasciar partire Medel?

Gli ho detto: Gary, per me tu sei un trequartista. Lui mi ha guardato come se lo stessi prendendo
per il c… Però da mediano ti svuota la piazzola davanti alla difesa, invece davanti ti morde tutti finché non trova l’osso. Allo stesso tempo sono stato sincero con lui, non gli ho garantito un ruolo da protagonista e Gary ha spessore internazionale, non è facile da tenere fuori per me, non è facile restare
fuori per lui”.

Gabigol?

Deve giocare, qui avrebbe passato un altro anno ai margini senza poter crescere. Gli ho consigliato di andare a giocare, siamo curiosi pure noi di vedere quanto possa crescere o quanto abbiano sbagliato finora nel giudicarlo. Ma davanti sto bene con Candreva, Icardi, Perisic e i loro ottimi sostituti”.

SPALLETTI GAZZETTA, ECCO CHI SONO I TOP PLAYER

Sono quei tre i top player?

«Icardi è un ragazzo buono, un grande professionista, un campione, oltretutto generoso: va in barriera, si rompe il labbrino e riparte come se niente fosse. Voglio fargli sentire la massima fiducia. E’ forte, come Perisic. Col croato abbiamo parlato chiaro, è stata brava anche la società a trovare gli argomenti giusti per trattenerlo. Gli è stato detto che da qui non si sarebbe mosso, e lui ha smesso di fare questa provetta di forza con il club, cose normali con i grandi giocatori. Ivan è un atleta impressionante, fa recuperi fondamentali, è uno che mette la squadra al primo posto. Ama molto muoversi lungo la linea laterale, a Roma è stato decisivo lì, ma se impara a stare ogni tanto anche cinque metri più verso l’interno può diventare devastante nella riservina, nella zona alle spalle di Icardi, dove c’è l’animale buono da cacciare, dove si può fare molto male all’avversario”.

Candreva?
Un altro che macina chilometri, una certezza. Deve aumentare però la ferocia quando butta la palla in area dove c’è quell’animaletto (Icardi per intenderci, ndr) che lì dentro sta come sul divano di casa sua”.

Chi è il vice di Icardi?
Eder, poi c’è Pinamonti”.

Perché il popolo nerazzurro può
sognare?
La forza di questa Inter è che ancora incompiuta. Vogliamo una squadra che alla fine metabolizzi
l’idea che la cosa più importante non è l’avversario: prima c’è la palla, poi il compagno, quindi lo spazio da coprire; solo dopo arriva l’avversario. Stiamo lavorando sodo, e ho la fortuna di avere allenatori veri come collaboratori. Il mio staff è l’estensione di me stesso”.

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