Inter-Milan, chi meglio in avanti? Icardi sposta gli equilibri

La Gazzetta dello Sport prosegue con il confronto tra Inter e Milan. Sotto la lente d’ingrandimento questa volta il reparto offensivo e gli allenatori. Tanta classe nei due reparti ma un Icardi in più che il Milan non ha.

Centrocampo, la grande bellezza

I due reparti di centrocampo raccontano la bellezza di avere più interpreti capaci di stravolgere il gioco. Biglia e Borja Valero, Rodriguez, Kessie, Joao Mario e Gagliardini. Un mix di talento in attesa di capire che innesto farà l’Inter, con il Milan che spadroneggia per milioni spesi: 84 a 31.

Kessie, Biglia, Bonaventura e Calhanoglu da una parte, Gagliardini, Borja Valero, Joao Mario o Vecino dall’altra: equilibrio, minime oscillazioni e disparità. Biglia e Borja sono gli innesti più importanti perché risolvono il macro­ problema di Milan e Inter nella scorsa stagione, la gestione del pallone.
Con Biglia e Borja le milanesi non soffriranno più della sindrome della palla che brucia tra i piedi. Con Biglia il Milan non lascerà più l’iniziativa a tanti avversari, con Borja l’Inter scongelerà il talento di Joao Mario e darà un riferimento prezioso a Gagliardini e/o Kondogbia: nel dubbio, passaggio allo spagnolo. Calhanoglu porta in dote a Montella la variabile dell’imprevedibilità, ma è tutta da decifrare la collocazione del turco sulla scacchiera: l’ex Bayer Leverkusen ha natura di trequartista e riposizionarlo interno può comportare rischi“.

Attacco, Icardi uomo solo al comando. Al Milan manca il bomber

La principale differenza fra i due attacchi è Mauro Icardi, figura del bomber che il Milan in rosa non ha, con Bacca che per media realizzativa si avvicina all’argentino ma che è dato in partenza.

La questione è semplice: al momento il Milan non ha in pancia i 20/­30 gol garantiti da Icardi.
Ogni valutazione va sospesa, Fassone & Mirabelli danno la caccia a un centravanti. Se arriverà Kalinic, ci sarà un bell’avvicinamento all’attacco dell’Inter.
Se riuscirà il grande colpo, prenderà forma un rovesciamento di valori e di stelline. Troppi se. La stessa Inter dipende dal futuro di Perisic. Un conto è immaginarsi l’attacco nerazzurro col croato, tutt’altra storia sarebbe ritrovarsi senza Ivan. Tra le pieghe si intravede un parallelismo André Silva-Eder.
Il primo fin qui è stato un soggetto un po’ misterioso, il secondo è già stato individuato da Spalletti come il vice ­Icardi designato: questo duello a distanza, tra giocatori originali a modo loro, potrebbe segnare qualcosa, anche se l’Inter cerca un altro attaccante, una punta esterna alla Salah.

Spalletti-Montella, vince l’esperienza

Ultimo confronto ovviamente tra allenatori. Troppo il divario di esperienza tra il vecchio Luciano e l’emergente Aeroplanino. Tanti i dubbi sulla gestione di Montella su i nuovi acquisti, rischio che può dare anche frutti positivi.

Non è un giudizio di merito, non vogliamo qui sostenere che Spalletti sia migliore di Montella.
La stellina in più per l’interista è nelle cose, nei percorsi, nella differenza di età. Spalletti ha 15 anni più
di Montella e più del collega ha allenato, visto e vinto. Ha un’idea consolidata di calcio e
lavora per perfezionarla. Montella ha esplorato diversi mondi e non ha ancora elaborato un suo codice. Qual è il vero Montella? Quello simil­guardiolesco degli inizi o l’allenatore pragmatico della prima annata milanista? Quest’estate gli hanno consegnato una squadra importante e dovrà metterla a reddito. Spalletti ha preso un’Inter in macerie, deve ricostruirla e se non gli compreranno il giocatore over the top, non sarà stressato dal rendiconto“.

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